Saverio Raimondo: «In isolamento sono diventato sportivo, ma non faccio stand up comedy al balcone»

Saverio Raimondo: «In isolamento sono diventato sportivo, ma non faccio stand up comedy al balcone»

di Valentina Venturi
Sarcasmo, ironia e dissacrazione fanno parte del suo dna artistico. E in questi giorni di emergenza coronavirus con la necessità di restare a casa, il comico romano Saverio Raimondo non ha perso né lo smalto né la voglia di intrattenere il suo pubblico. Oltre ad essere dal lunedì al giovedì su Youtube con il suo Covid Late Night, sabato 28 alle 19 è in diretta Facebook per #Stayon e random interviene alle dirette di Tutti a casa sulla pagina di Francesco Lancia.

Come sta trascorrendo questi giorni?
«Se devo essere sincero non sono particolarmente provato».

Come mai?
«Intanto mi sono reso conto che i miei precedenti 36 anni di vita non erano stati tanto diversi da una quarantena: ho sempre passato le mie giornate chiuso in casa a lavarmi le mani, questa per me è la normalità. Non sono traumatizzato».

Altre ragioni?
«Sono una persona ansiosa e il fatto che tutti, ma proprio tutti nel mondo siano preoccupati mi mette a mio agio. Mi sento finalmente inserito, capito, compreso nella società. Mi ritengo fortunato, quasi un privilegiato».

La sua giornata tipo?
«È cambiata di poco, se non per un’eccezione: faccio sport tutti i giorni. Sembra incredibile che uno chiuso in casa diventi più sportivo, ma dipende dal tempo a disposizione: posso dedicarmi agli esercizi mezz’ora al giorno. Al termine di questa quarantena ne uscirò con un fisico da atleta. Tutti ingrassati tranne me!».

Partecipa ai flash mob in balcone?
«No, ho una dignità! Esco in balcone a prendere il sole, a fissare un po' di vitamina D, a prendere vento o pioggia in faccia e a stendere il bucato».

Che idea si è fatto del presente?
«Stiamo vivendo una realtà a cui non eravamo abituati. C’è da dire che una delle prerogative dell’essere umano è l’adattabilità. Non abbiamo un habitat, qualsiasi sia ci adattiamo: le giornate cambiano e noi cambieremo con loro».

Nel suo Covid Late Night cosa propone?
«Un taglio ironico e leggero sulla quotidianità. La necessità di ridere in maniera stupida è sana e normale, come in qualunque Late Night che si rispetti. C’è sempre un corollario di notizie buffe che meritano di essere commentate e su cui il mio umorismo ci ricama sopra. E gli ospiti si lasciano coinvolgere con piacere».

La prima cosa che farà, finita l’emergenza?
«Vado al ristorante, odio lavare i piatti!».




 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Marzo 2020, 12:57
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