«I Facchinettis? Una famiglia normale». Francesco e la docu-serie: «Roby? Rockstar e nonno pazzo dei nipoti»

«I Facchinettis? Una famiglia normale». Francesco e la docu-serie: «Roby? Rockstar e nonno pazzo dei nipoti»

di Donatella Aragozzini
ROMA - È il figlio del leader dei Pooh, ex cantante e ora conduttore tv e produttore. Ma la quotidianità di Francesco Facchinetti, nonostante tutto, non è poi così diversa da quella delle persone comuni, come mostra la docu-serie The Facchinettis: 5 episodi rilasciati ogni domenica su Dplay Plus, la piattaforma pay di Discovery tutti incentrati sulla vita di ogni giorno nella villa di Mariano Comense, dove vive con la moglie Wilma e i loro due figli.
Chi ha avuto l'idea di questa serie?
«È un mio sogno partito una quindicina di anni fa, ma la gestazione delle cose deve essere lunga, se vuoi siano fatte bene. Nel frattempo il progetto è cambiato, ora ho una famiglia: il mio è un mondo incredibile, perché sono il figlio di Roby Facchinetti, ho avuto una figlia da una donna famosa, gestisco 90 talenti... ma nella nostra vita c'è tutto quello che c'è in una famiglia normale».
Ovvero?
«Amore, pace, affetto, anche difficoltà perché mettiamo in scena i nostri problemi e come cerchiamo di risolverli. C'è chi dice se la gente sapesse cosa si nasconde dietro i miei occhiali non mi seguirebbe più, io penso il contrario: la gente deve sapere, voglio dare la terza dimensione, la profondità».
Nella serie c'è anche Roby Facchinetti in veste baby sitter.
«Nonno Roby fa parte della mia vita, è una rockstar ma con la parte umana di essere nonno: come tutti i nonni farebbe fare ai nipoti qualsiasi cosa, dimenticandosi di essere stato magari un padre severo».
Nonno Roby ha preso parte al suo progetto, lei e i suoi figli siete invece nel video della sua canzone Rinascerò, rinascerai, dedicata a Bergamo...
«Sì, è una canzone bellissima, nata da una sua esigenza. Lui vive in centro, vicino all'ospedale e alla strada dove sono passati i mezzi militari con le salme, ha perso amici e parenti. La canzone è stata tradotta in 30 lingue: la musica può essere un'arma incredibile, quando la fai col cuore».
Lei come vive l'incubo Covid?
«Stiamo vivendo un momento di passaggio, un passaggio forzato in cui ognuno di noi sta rivalutando la propria vita. Se questo virus fosse arrivato nel 1200, saremmo morti tutti, siccome siamo nel 2020 non moriamo tutti ma certo non sarà più come prima, dobbiamo cambiare il nostro modus operandi. Io già da dicembre ho convertito il mio lavoro, ora l'80% è sul digitale».
Quali sono i suoi progetti?
«Come produttore avevo due film per il cinema, vedremo come poterli fare. Come uomo di spettacolo, invece, gireremo 5 nuovi episodi di The Facchinettis, cercando di raccontare anche l'argomento attuale».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Maggio 2020, 08:47
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