Rai, 300 dipendenti per il Capodanno a Matera:
spesi 130 mila euro solo per gli hotel

Rai, 300 dipendenti per il Capodanno in tv: spesi 130mila euro d'hotel
Gli sms non moderati a dovere e il nuovo anno salutato con oltre un minuto di anticipo potrebbero essere solo la punta dell'iceberg.

Già, perché come riporta il Corriere della Sera, dietro la realizzazione de L'anno che verrà, la trasmissione Rai che ha salutato il 2016 in diretta da Matera, Capitale europea della cultura per il 2019, ci sono una serie di accordi tra viale Mazzini e la Regione Basilicata che fanno storcere il naso a chiunque paghi il canone. I primi passi verso l'evento di Capodanno, infatti, sono stati mossi lo scorso 13 dicembre, due giorni prima della chiusura ufficiale dell'accordo riguardante l’impegno contabile numero 6807 dell’esercizio 2015 per 460.000 euro «al netto di Iva», come si legge nella deliberazione numero 1616, e decisa «per favorire un’azione informativa ed educativa finalizzata alla promozione e allo sviluppo del patrimonio paesaggistico, storico e culturale della città di Matera quale Capitale europea della cultura nel 2019».

Gli accordi prevedono che il Capodanno della Rai si svolgerà a Matera anche nei prossimi anni, fino al 2019, quando la città dei Sassi diventerà il centro dell'Europa. Intanto, però, fanno discutere i costi dell'affare: da Milano sono arrivati soprattutto i tecnici impegnati nella costruzione del palco, da Roma tutti gli altri dipendenti, compresi i conduttori. E dal momento che la convenzione stipulata dalla Rai e dalla Basilicata comprendeva solo l'ospitalità alberghiera ma non comprendeva le spese al ristorante, i dipendenti Rai hanno dovuto ricorrere alla diaria prevista dall'azienda, di circa 60 euro, per le spese al ristorante. Intanto, però, solo per gli hotel che hanno ospitato il team de L'anno che verrà, la Regione presieduta da Pittella ha dovuto sborsare ben 130 mila euro. Fa discutere anche la scelta di hotel a tre o quattro stelle: scartati, a prescindere, i cinque stelle (ritenuti troppo cari ed eccessivamente sfarzosi) e quelli a due stelle (rifiutati prontamente dai sindacati). E dal momento che sarà così anche per i prossimi tre anni, forse ci si dovrà abituare.
Ultimo aggiornamento: Domenica 3 Gennaio 2016, 12:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA