'Quelli della notte' compie 30 anni,
Renzo Arbore: "Cerco il mio erede"

'Quelli della notte' compie 30 anni, ​Renzo Arbore: "Cerco il mio erede"

di Mario Fabbroni
Ore 23 del 29 aprile 1985, sugli schermi di Rai 2 parte la sigla di una trasmissione mai vista prima: Quelli della notte. Fu un successo travolgente: ben presto tutti guardarono la tv “dei nottambuli” e parlavano come i personaggi dell’inedito format. Dal concorso Cuore T’Oro del frate paesano di Scasazza con le sembianze di Nino Frassica, al ritornello “Lo diceva Picasso, io di giorno mi scasso. Ma la notte no!“



Renzo Arbore, il suo programma cult compie 30 anni. Che eredità ha prodotto?

«Quelli della notte è il marchio più potente della televisione italiana dopo Lascia o raddoppia. Ancora oggi, nei miei concerti, la gente mi chiede di fare tutte le canzoni rese famose dal programma».



Come nacque?

«Alle ore 23 la Rai metteva il monoscopio, si andava a dormire per non disturbare i vicini. Invece eravamo desiderosi di un programma da intrattenitori comico-musicali per i nottambuli. così proposi al direttore Gianni Minoli di poter “fare il nostro comodo” in tv: il titolo doveva essere “Il tiratardi”, cambiò all'ultimo».



Ma la novità sconvolse gli italiani...

«Nessuno aveva adottato quella formula. In pratica, io facevo il direttore di una “jam session verbale”, interamente basata sull'improvvisazione. Un quarto d'ora prima della sigla si dava il tema e ognuno dei protagonisti si esibiva nel proprio assolo comico. Tutto in diretta».



Il suo coraggio e quello del produttore Ugo Porcelli fu anche quello di proporre facce completamente nuove.

«Quaranta personaggi sconosciuti. Abbiamo inventato il primo leghista, perché il militante comunista Maurizio Ferrini voleva realizzare il “muro di Ancona”. Roberto D'Agostino parlava di edonismo reaganiano. Con Andy Luotto prendevamo in giro gli arabi, cosa che oggi sarebbe impensabile. Nino Frassica vestiva i panni del frate Antonino di Scasazza, Simona Marchini fu la prima a sdoganare il gossip in tv. Per non parlare delle massime filosofiche di Riccardo Pazzaglia, della musica di Gegè Telesforo e di Silvia Annichiarico, delle frasi ovvie di Massimo Catalano, della cucina casalinga di Marisa Laurito».



Il liguaggio comune fu ne subito conquistato: ci sono espressioni che resistono ancora oggi...

«Eppure non trovo più in giro improvvisatori comici. Invece quei personaggi ebbero successo pure nelle 65 puntate di “Indietro tutta”».



Cosa desidera per i 30 anni di “Quelli della notte“?

«Trovare un nuovo improvvisatore jazz della parola. Il mio erede».



Non potrebbe essere nascosto nella Rete?

«Anche sul web non colgo il sano “cazzeggio” che ci ha animato. Ma nelle mie sperimentazioni su renzoarborechannel.tv sono a caccia di talenti comici».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Aprile 2015, 08:47
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