Priscilla: «L'arte di noi Drag queen mette in discussione il maschio alfa»

Priscilla: «L'arte di noi Drag queen mette in discussione il maschio alfa»

di Alessanda De Tommasi

Festa grande per i fan di Drag Race Italia: la stagione 2 arriva oggi su Discovery+, sempre firmata dallo showrunner Dimitri Cocciuti. La padrona di casa Priscilla (al secolo Mariano Gallo) la racconta mentre affila le unghia finte per rispondere agli hater.
Che idea c’era in Italia delle drag queen prima dello show?
«Quella di macchiette sessualizzate, fenomeni da baraccone con doppi sensi su un uomo con parrucca e tacchi. Noi abbiamo fatto da spartiacque e ci siamo lasciati alle spalle questa lettura superficiale mostrandola come una forma d’arte che non ha identità di genere. Ci si possono cimentare tutti (cisgender, donne, persone transessuali) e declinarla anche in versione drag king, dove il personaggio interpretato è maschile».
Cos’è, allora, l’arte drag?
«Non solo performance, ma espressione di sé, della femminilità certo, ma soprattutto della creatività. Chi fa drag non copre, ma svela e si rende vulnerabile nella parte più profonda, sul palco».
Le critiche più aspre?
«Le più estreme ci considerano “deviati” perché non vogliono sentir parlare di coming out o vedere il fidanzato di una queen in tv. Invece noi così facendo rompiamo gli stereotipi imposti dalla società».
Questo clima politico aiuta oppure ostacola il dialogo?
«Oggi è attraversato da odio e discriminazione, quindi soggetti fascisti, misogini, omofobi e razzisti si sentono autorizzati a imporre la loro idea di società. E infatti ricevo molte più minacce e attacchi intimidatori. Mi scrivono: “Mussolini ti avrebbe tagliato le p*lle” oppure “All’epoca saresti finito nei forni”. Si sta tirando fuori la parte malata dell’Italia».
Perché se la prendono con lei?
«L’esistenza stessa di Priscilla è un atto politico e di attivismo, che mette in discussione il maschio alfa. Questo in un Paese che sta facendo passi indietro mi rende attaccabile ed esposto, invece la vera devianza è imporre agli altri il proprio modo di essere e limitarne la libertà».
Come sarà la stagione 2?
«Più inclusiva, con una queen senza parrucca, una di colore e una che declina un personaggio al maschile perché il mondo drag ha tante sfumature».
Un suo idolo che farebbe di tutto per avere in puntata?
«Mariah Carey, ovvio».
Sempre a tema drag, a novembre parte lo show “Non sono una signora”, condotto da Alba Parietti su Rai Due. In giuria anche la vincitrice della stagione 1, Elecktra Bionic. Cosa ne pensa?
«Sono felicissima che rappresenti Drag Race sulla tv generalista, quindi auguro a tutti in bocca al lupo e… “Nun facit’ strunzat».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Ottobre 2022, 21:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA