SuperTelePardo: «Leggero e competente, ecco il nostro show sul calcio»

SuperTelePardo: «Leggero e competente, ecco il nostro show sul calcio»

di Marco Castoro

Caro Pierluigi Pardo, intanto complimenti per la scelta del titolo SuperTele, che come il mitico pallone della nostra infanzia ci trasmette tanta leggerezza, e di questi tempi la leggerezza è una specie di manna dal cielo.
 
«Credo che più i titoli siano evocativi e non didascalici, più riescano ad essere diretti ed efficaci. Siamo andati su “SuperTele” perché richiama immediatamente il calcio dei bambini, spensierato e fantasioso. È il tipo di narrazione calcistica che vogliamo fare. Ovviamente competente e incentrata sull’attualità ma con un tono leggero, contaminato con il mondo della cultura e dello spettacolo e con i grandi campioni che vengono a raccontarsi. Oltretutto il titolo contiene la parola "Tele", perché il calcio si vive allo stadio ma anche in tv».
 
Prima puntata lunedì scorso su Dazn subito con i fuochi di artificio: Pupi Avati, Mentana, Cattelan, Neri Marcorè e dulcis in fundo la Michielin. Stasera chi ci sarà?
 
«Avremo Marcello Lippi per parlare di Serie A e del suo Mondiale da sogno di sedici anni fa. E poi Bocelli, Roberto Carlos, Stefano Boeri, Peter Gomez, Zille e rubrica Pizzul».
 
Molto competenti anche gli opinionisti in studio. Sono fissi o ci sarà il turnover?
 
«C’è spazio per tutti. Lasciami dire che tutta la squadra di Dazn è fantastica, davanti e dietro le telecamere. In questa prima puntata abbiamo avuto in Square Ciro che per me è casa, da anni. Averlo vicino mi fa sentire a mio agio sempre. Ricky una scoperta più recente ma bellissima, Alciato che è un grandissimo cronista. Federica, competente e appassionata. Fammi aggiungere la rubrica fissa del Maestro Bruno Pizzul e la BordoCam, un contenuto esclusivo con immagini uniche che Tommaso Turci. Davide Bernardi e tutti gli inviati Dazn porteranno ogni settimana contenuti e spunti esclusivi».
 
Parliamo di calcio: l’Italia è fuori dal Mondiale, nei quarti di Champions non c’è una squadra italiana. Siamo in crisi?
 
«Siamo in difficoltà da anni. Poi il risultato sportivo ha sempre una dose di casualità. La stessa squadra che ha vinto l’Europeo, otto mesi dopo perde con la Macedonia. Il calcio è anche questo».
 
Che bello però rivedere gli stadi pieni…
«Eccezionale. Lavoro in tv da venticinque anni e non ho mai trovato un dirigente televisivo che non volesse vedere uno stadio pieno. Il calore e l’energia che si sente quando lo stadio vibra è la cosa più bella del calcio».
 
A che numero di telecronaca è arrivato Pardo?
 
«Bella domanda. Non le conto. Facendo una stima direi che siamo a circa 2000. Che intervalli compresi fanno più di sei mesi ininterrotti della mia vita. Il fatto di sapere che li ho passati col microfono e la cuffia è bellissimo».
 
Ti diverti ancora vero? Questo è il segreto…
«Certamente, raccontare il calcio senza divertirsi non avrebbe senso.

Quando mi chiedono il segreto delle telecronache o della conduzione parto sempre da lì. Sul resto si può lavorare ma sulla passione non si può fingere».


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Aprile 2022, 08:04
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