Nino Frassica: «Il mio Cecchini è un marasciallo di famiglia. Ci sarà anche un Don Matteo 13»

Nino Frassica: «Il mio Cecchini è un marasciallo di famiglia. Ci sarà anche un Don Matteo 13»

di Donatella Aragozzini
Conclusa la settimana di Sanremo, riprendono gli appuntamenti fissi della tv. Andrà dunque in onda dopodomani la quinta puntata di “Don Matteo”, la serie con Terence Hill e Nino Frassica che da venti anni tiene compagnia al pubblico di Raiuno e che anche quest’anno si è confermata uno dei prodotti più seguiti e amati dal pubblico generalista, con un esordio boom seguito da sette milioni di telespettatori, pari al 30% di share.

Alla dodicesima stagione è un evento eccezionale far registrare questi ascolti.
«Un dato che ci costringe a fare 13, non possiamo deludere tutta questa gente».

Perché Don Matteo piace tanto?
«Perché la gente ha simpatizzato con i protagonisti, vuole sapere cosa succede a casa loro, è un family ma accontenta anche chi vuole il giallo e chi vuole la commedia per ridere».

Il suo maresciallo Cecchini quest’anno è diventato vedovo.
«La sua è una vita normale e purtroppo è morta la moglie. Però Cecchini ha bisogno di calore e simpatia e conosce una signora, che è la madre della “capitana”, che sta quindi per diventare mia figlia».

Cosa succederà nei prossimi episodi?
«Tante cose, anche emozionanti, come succede nella vita. Questa è forse la stagione più bella, perché gli episodi sono adesso di 100 minuti e abbiamo più tempo per sviluppare le storie».

A breve la vedremo anche in una fiction Mediaset, I fratelli Caputo. Ce ne parla?
«È un family dove si ride molto, ambientato tutto tra Milano e la Sicilia, ma senza morti e divise: io e Cesare Bocci interpretiamo due figli dello stesso padre ma di madri diverse, uno del Sud e uno del Nord. Il mio personaggio è molto divertente, è un artistoide, un lunatico, che nonostante i suoi sessant’anni è un mammone».

E poi c’è Che tempo che fa.
«Lì vado a sfogare la mia parte più surreale, perché nelle fiction devo comportarmi in maniera misurata ma il cabaret dà libertà e a me piace far ridere».

Come fa in radio...
«Sì, il mio Programmone lo faccio per il desiderio di surrealismo: lì mi scateno, sperimento cose che poi magari faccio in televisione o a teatro».

A proposito di teatro, sarà ancora in tournée con il suo Tour 2000-3000?
«Più che uno spettacolo, quello è un concerto in cui mischio canzoni con la comicità alla Frassica. Ma non ho tempo per una vera tournée, faccio ogni tanto una data quando sono libero».

Prossimi impegni?
«Un film-tv sul Maxiprocesso per la Rai, che comincerò a girare il mese prossimo».
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Febbraio 2020, 11:26
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