Maurizio De Giovanni: "Il successo di Montalbano è anche quello degli scrittori"
di Mario Fabbroni
Basta così? «No, anzi. Contano molto i social. Lo scrittore oggi dialoga quotidianamente con i propri fans grazie alle piattaforme sul web. Quando poi c’è una produzione televisiva, l’effetto è addirittura dirompente».
Ma i contenuti sono decisivi? «È importante la diversità dei personaggi e delle ambientazioni. Ad esempio Montalbano si muove in una Sicilia selvatica e secolare, Rocco Schiavone in una Aosta nevosa e “chiusa”, Lo Iacono in una pericolosa realtà metropolitana. Ogni autore italiano porta nella scrittura il proprio vissuto e città molto diverse, in opposizione alla monotonia dei grandi autori scandinavi come Mankell, Larsson, Lackberg».
Anche I “Bastardi di Pizzofalcone” hanno appassionato più di 7 milioni di persone... «Magari i telespettatori fossero tutti lettori di libri... Però il piccolo schermo porta in libreria altre persone. E solo sui canali della tv generalista (Rai in primis) si ottiene un successo così».
Lo scrittore è contento di diventare popolare soprattutto grazie alle fiction televisive? - Inutile essere ipocriti, la condivisione di massa delle storie è bellissima. E’ impagabile assistere al trionfo del proprio personaggio, al fatto che la gente lo consideri come un amico di famiglia. La popolarità non va vissuta come un fastidio».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Marzo 2017, 08:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA