Montalbano fa sbarcare i migranti. Polemica in sala stampa Rai, Zingaretti: «La mia opinione? Non ve la dico»

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di Paolo Travisi
“Vuole sapere la mia opinione sulla situazione migranti in Italia? Alcuni anni fa feci un monologo sui migranti. Lo vada rivedere e saprà che ne penso”. Risponde piccato Luca Zingaretti nel corso della conferenza stampa di presentazione de Il Commissario Montalbano, in merito ad una delle due nuove puntate, in cui il suo personaggio  fa sbarcare dei migranti nel porto di Vigata. La domanda, nelle sale Rai di viale Mazzini, oggi era un tormentone.


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Ed anche nella videointervista di Leggo.it, Zingaretti ha risposto con toni cortesi, ma nello stesso modo. Solo che nel corso della conferenza la risposta non placa la polemica. Ed una giornalista di Libero chiede ancora. “Non ricordo il suo monologo, può farlo lei?”. Zingaretti risponde ancora più seccato. “Io sono solo un attore che recita delle battute. Ed io non le dirò la mia opinione sui migranti, perché qualsiasi cosa io dica, lei ci farà il titolo. Non c'è nessuna fibrillazione in Rai, trovo tutto questo di cui stiamo parlando veramente assurdo”.

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Cerca di riequilibrare il tono della conferenza – che tra l'altro è giunta al termine – la direttrice di Rai Uno, Teresa De Santis: “se ci fosse dell’imbarazzo, forse non ci sarebbe stata la messa in onda. Andrea Camilleri, con i suoi romanzi, offre sempre diversi spunti di riflessione, e la Rai dà rappresentazione con completezza di quello che si trova nella società, ma la polemica politica non riguarda noi”.

Invece in merito all'anticipo della puntata di Porta a Porta, in onda subito dopo il primo episodio di Montalbano (lunedì 11 febbraio), la direttrice De Santis sottolinea “ci sarà uno speciale di Bruno Vespa, il giorno seguente le elezioni politiche in Abruzzo, le tematiche politiche vengono come sempre trattati a Porta a Porta, che viene anticipata al lunedì 11, anziché martedì”. Una risposta che vuole smorzare un'altra polemica. E cioè i rumors circolati tra la stampa, che la puntata di Porta a Porta fosse stata anticipata per riequilibrare il tema della puntata sui migranti, inserito nel primo episodio de Il commissario Montalbano. E se la polemica finisce qui, ora facciamo un salto indietro, per parlare dei due nuovi episodi.



Il tempo passa. Anche per “Il commissario Montalbano”, che quest’anno compie 20 anni dalla prima puntata, “Il ladro di merendine”, andata in onda su Rai 1 nel 1999. Per rendere omaggio al personaggio creato da Andrea Camilleri, e divenuto, grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti, uno dei volti più amati dal pubblico italiano, la Rai ha realizzato due nuove puntate.

L'11 e 18 febbraio, subito dopo Sanremo, le date scelte per la trasmissione di “L’altro capo del filo” e “Un diario del ’43”, tratti dagli omonimi romanzi-racconti di Camilleri. Con i nuovi episodi, sale a 34 il numero complessivo dei film tv, che hanno raccontato indagini, amori, amicizie del commissario di Vigata ed ovviamente i crimini, che hanno sconvolto la comunità dell’immaginario paese siciliano. La popolarità di Montalbano non è mai scemata nel corso dei due decenni. Anzi è stato un crescendo che ha raggiunto punte del 44% di share e 12 milioni di telespettatori incollati alla tv.
“Ci sono state 190 repliche, oltre alle prime tv, con cui abbiamo raggiunto 1 miliardo e 200 milioni spettatori italiani” sottolinea Eleonora Andreatta, direttore Rai Fiction “a cui si aggiungono gli oltre 60 paesi dove è stato venduta la serie, tutta l’Europa (tra cui BBC e France Television), Stati Uniti, Australia, Asia, mentre il paese di finzione, Vigata, su Google, ha circa 300 mila link”.

Nei due nuovi episodi si rintracciano, come in tutte le opere di Camilleri, rimandi con l’attualità: lo sbarco dei migranti sulle coste siciliane e la violenza feroce nei confronti di una donna, sfociata in femminicidio.

Per Luca Zingaretti, questi 20 anni sono una tappa importante, “ma io non amo le celebrazioni, e men che meno le auto celebrazioni. Leggevo che una serie che io amo molto, Lie to me, in 3 anni ha fatto 48 episodi, noi in 20 anni, 34 film. Questo significa grande cura nei dettagli”. In merito al percorso del personaggio compiuto in questi 20 anni, Zingaretti dice “Camilleri sa che quando un personaggio seriale è amato si deve muovere poco. Noi crediamo di cambiare con gli anni, in realtà restiamo sempre gli stessi, io ancora penso come un ragazzo di 18 anni. Quello che deve cambiare è il contorno, le sfide che si presentano a questo personaggio. Cambia il mondo, ma il personaggio resta sempre lo stesso, perché il pubblico lo vuole così. Un uomo che s’indigna, con la stessa umanità. Riguardo a me, io sono cambiato per forza in 20 anni, ma io non credo agli attori quando dicono, ho fatto San Giovanni ed ora vedo la Madonna. Ma è ovvio che dopo tanti anni, ti immergi in alcune cose, ne assorbi l’energia. Sicuramente sarei un uomo diverso se non avessi avuto questa esperienza ventennale.


Per il regista della serie, Alberto Sironi, “stare per 20 anni sullo stesso concetto non è facile, ma non sapevamo che il prodotto avesse così successo, quindi non sentivamo il peso all'epoca. E siamo rimasti sempre gli stessi, tecnici, attori, non è mai accaduto nella tv italiana, e dietro di noi c’è sempre Camilleri.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Gennaio 2019, 17:43
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