Maurizio Costanzo, morto il giornalista romano inventore del talk sul piccolo schermo: scampò con la moglie Maria De Filippi a un attentato

Dopo una puntata antimafia del talk fu obiettivo di un attentato della criminalità organizzata il 14 maggio del ’93 in via Fauro a Roma

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di Totò Rizzo

Maurizio Costanzo o del giornalismo popolare. Che è stato l’obiettivo che ha sempre perseguito il giornalista romano, morto oggi a Roma a 84 anni, nella sua lunga carriera, popolare egli stesso tra carta stampata, radio e televisione, l’inventore del talk sul piccolo schermo con “Bontà loro”, nato nel ’76 da una sua idea sposata da Angelo Guglielmi, illuminato dirigente Rai, che gli raccomandò soltanto: “Deve costare due lire”. “Uno sgabello, tre poltrone e una finestra finta”, gli rispose Costanzo, e fu via libera.

Morto Maurizio Costanzo, il giornalista aveva 84 anni. Da 28 anni marito di Maria De Filippi

Addio a Maurizio Costanzo, l’inventore del talk sul piccolo schermo

Nato a Roma e fortemente legato alla sua città, Costanzo cominciò la sua carriera a Paese Sera diretto da Antonio Ghirelli, uno dei quotidiani del pomeriggio scuola per molti giornalisti cresciuti negli anni ’50 e ’60. Poi l’assunzione al Corriere Mercantile di Genova, la collaborazione con Sorrisi e Canzoni fino a diventare responsabile della redazione romana del settimanale femminile Grazia. Sotto l’ala di Luciano Rispoli, l’esordio alla radio a metà anni ’60 come autore di programmi leggeri fino al primo  approfondimento quotidiano di notizie e curiosità condotto con Dina Luce alle 14, Buon pomeriggio. 

Il picco di popolarità è con Bontà loro. In tv, dopo il film di prima serata del lunedì, Costanzo intervista nello studio 11 di via Teulada tre ospiti, due personaggi famosi e una persona comune. È un successo di ascolti e di gradimento: domande dirette, senza censure, spesso scomode (famose quella ad Andreotti al quale fece confessare d’aver corteggiato la moglie al cimitero, o la prima apparizione tv di Ilona Staller-Cicciolina insieme al pretore Salmeri, celebre per le sue battaglie moraliste). Sulla scia del successo di Bontà loro, nacquero Acquario e Grand’Italia ma non bissarono lo stesso consenso. Nell’82 sempre su quella scia, vara il suo talk più longevo, il Maurizio Costanzo Show, prima su Retequattro (poi acquistata da Berlusconi) e dopo su Canale 5. Fino all’ultima serie (2009, anche se tante sono state le riprese in seguito) migliaia di ospiti, stessa formula - personaggio noto e uomo della strada - o talenti che con il suo fiuto Costanzo sapeva scovare (da Sgarbi a Iachetti, da Ricky Memphis a Mastandrea, da Mughini a Platinette). Dopo una puntata antimafia del talk – in staffetta con Michele Santoro e Rai3 – fu obiettivo di un attentato della criminalità organizzata il 14 maggio del ’93 in via Fauro a Roma: scampò miracolosamente con la moglie Maria De Filippi all’esplosione di 90 chili di tritolo.

Negli anni di notorietà radio-tv Costanzo non ha mai scordato la carta stampata.

Gli furono affidati da Rizzoli progetto e direzione de L’Occhio, quotidiano popolare sulla scia dei tabloid inglesi e americani (durò meno di due anni, dal ’79 all’81). In mezzo lo scandalo della loggia massonica P2 di cui fu accusato di far parte («l’errore più grande della mia vita»). Poi le varie rubriche per quotidiani e settimanali. Movimentata la vita sentimentale: quattro mogli (le colleghe Lori Sammartino e Flaminia Morandi, madre dei suoi figli - Saverio e Camilla -, Marta Flavi, Maria De Filippi) e una lunga relazione con Simona Izzo. Infine, la passionaccia per lo spettacolo leggero, la prosa e il cinema. Autore di varietà televisivi, copioni teatrali di buon riscontro, sceneggiature per il grande schermo (da Avati a Scola). E ci lascia un gran regalo in musica: quel capolavoro di “Se telefonando” scritta per Mina con Ennio Morricone e Ghigo De Chiara.

 

Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Marzo 2023, 15:15
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