Massimo Giletti sotto scorta: «Minacce da un boss mafioso dopo una puntata di Non è l'Arena»

Massimo Giletti sotto scorta: «Minacce da un boss mafioso dopo una puntata di Non è l'Arena»
Il conduttore Massimo Giletti vive sotto scorta da un paio di settimane, per via delle minacce rivolte allo stesso Giletti dal boss Filippo Graviano, intercettato in carcere dopo l'uscita dalla detenzione di 300 mafiosi a causa dell'emergenza coronavirus. Nel mirino, in particolare, la puntata del 10 maggio in cui il conduttore lesse i nomi dei detenuti usciti di prigione. 

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La notizia, lanciata dal sito Antimafia Duemila e rimbalzata in rete, è stata confermata dallo stesso giornalista, conduttore di Non è l'Arena su La7, al sito del Corriere della Sera: «Sono molto dispiaciuto e non posso dire molto. È obbligatorio, non posso sottrarmi». «Massimo Giletti sotto scorta è un pessimo segnale», commenta oggi su Twitter il direttore di La7, Andrea Salerno. «Continuare ad andare in onda con il proprio lavoro, la migliore risposta», conclude.

Delle minacce di Graviano, contenute nel libro di Lirio Abbate 'U siccu', Giletti era venuto a sapere dalle colonne di Repubblica soltanto a luglio: «Non mi pare proprio normale - aveva dichiarato in un'intervista al Corriere - che io non ne abbia saputo nulla. In questa storia quello che pesa è per l'ennesima volta il silenzio delle istituzioni competenti». Al conduttore era arrivata la solidarietà del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Agosto 2020, 12:55
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