Marco Maddaloni dopo l'Isola dei Famosi si emoziona: «Ho sofferto, prima nessuno mi calcolava»

Marco Maddaloni dopo l'Isola dei Famosi si emoziona: «Ho sofferto, prima nessuno mi calcolava»

di Silvia Natella
Dalle vittorie sul tatami a quella in un reality televisivo come l'Isola dei Famosi. Marco Maddaloni, campione di Judo, ha trionfato nell'ultima edizione ma a Verissimo spiega di aver subito più sconfitte nella vita Tornato dall'Honduras, racconta a Silvia Toffanin la sua esperienza e soprattutto le riflessioni sulla sua esistenza e sui rapporti con le persone a lui care.

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Tutta la notorietà è arrivata all'improvviso dopo anni di silenzio e indifferenza. «Quando sei lì, non hai la cognizione di quello che sta arrivando a casa, vivi solo il percorso. Il viaggio è stato veramente tosto, è durato il doppio perché lì le giornate non passavano mai. Ora che ho vinto è tutto strano, sono più le sconfitte che ho avuto delle vittorie. Per fortuna, però, le vittorie pesano di più, ma non ho mai avuto tutto questo e ne ho sofferto. Vincevo un Europeo e nessuno mi pensava, c'era l'ultimo trafiletto sull'ultimo giornale d'Italia», lamenta il campione.

A chi lo ha accusato di non essersi esposto risponde: «Io ho fatto un gioco-lavoro-reality. Non avrei lasciato i miei figli per un gioco. Li ho lasciati per lavorare perché avevo un contratto. Il gioco è fatto di tattiche e strategie. La maggior parte delle persone che mettevano zizzania sono femmine e io con una femmina non litigo perché passo sempre dalla parte del torto».

Marco è cresciuto a Scampia, un quartiere difficile dove i ragazzi possono perdersi senza una guida. Nella palestra paterna tante persone hanno trovato la strada giusta. «Mio padre ha fatto delle macchine, non dei figli. Io ho vinto poco, sono terzo di una famiglia di campioni, mio fratello ha vinto le Olimpiadi, mia sorella ha vinto 14 campionati italiani, è una signora atleta. Non vincere le Olimpiadi è sempre stato una sconfitta».

Tanti sacrifici e anche qualche rimpianto che sull'Isola è emerso soprattutto dopo la morte della nonna: «Mio padre ci ha portato sempre ad allenarci nove ore al giorno e mia nonna non l'ho vissuta. L'Isola ti aiuta a pensare che dedichiamo tempo a delle chimere e perdiamo del tempo prezioso con chi amiamo... Quando mia nonna è morta io stavo sull'Isola. Porto il suo cognome e non sto a spiegare perché, ma ne vado orgoglioso. Ho preso un'altra lezione: ogni zio va salutato». 

Sulle schermaglie tra i naufraghi spiega: «Il momento più difficile è stato il 34esimo giorno, mi guardavo e mi vedevo sempre più magro. Se mi mettevo in un gruppetto l'altro mi guardava storto. Ho iniziato allora a non fare più gruppo. Alla fine mi chiamavano "paracu**", ma dovevo fare le loro strategie, solo la mia. Io non ho esultato quando ho vinto, ho pensato prima a Marina che aveva perso anche se lì non ha perso nessuno e poi sono andato a coccolare e a gustarmi le mie donne. A mia madre ho scritto una lettera in cui le ho chiesto scusa dieci volte perché l'ho trascurata, non le ho risposto tante volte al telefono, ho trovato pretesti per non andare con lei al mercato rionale». 

Sulla sua carriera sportiva annuncia grandi novità e il desiderio di non mollare nonostante un brutto infortunio e l'assenza di cartilagini. «Mi sono sottoposto a un trapianto, però continuo a combattere. Non avrei mai pensato di fare il mattatore, di vincere un programma televisivo. Sto vivendo un sogno perché le persone mi stanno apprezzando per quello che sono. Se nasci in una famiglia con dei valori puoi vivere dove vuoi. Io non mi ricordo i baci di mio padre, ma so che me li ha dati». C'è anche una battuta sulla sua intimità: «Se lo volete sapere lo stress continua, ancora non abbiamo fatto niente con mia moglie».
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2019, 18:16
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