L'inquieta leggerezza di essere Giallini. Ma quanto acchiappa Pippo!

L'inquieta leggerezza di essere Giallini. Ma quanto acchiappa Pippo!

di Marco Castoro
Prendere lo stesso aereo di Marco Giallini è un vero spasso. Un bambino di 2 anni è meno inquieto. Ha fatto partire la navetta transfer da Sanremo con 20 minuti in ritardo perché aveva bisogno di una bella e salutare colazione. Con - nel frattempo - l’autista e gli altri passeggeri in ansia per le segnalazioni di traffico e ingorghi verso l’aeroporto di Nizza, causa un sit-in dei gilet gialli.
"Ma ci faranno partire? Così rischiamo di perdere il volo". Per fortuna si parte e il presidio non crea problemi. 

In aereo prima del decollo Giallini ha già cambiato posto due volte. Ogni sedile vuoto è una tentazione per possederlo. Bofonchia come una pila di fagioli durante la fila per la sistemazione dei bagagli. Per poi dare vita al momento topico del viaggio: prendere le cuffiette. Azz! Ma dove sono finite? Mica le avró lasciate in albergo. Un po' di momenti affannosi ma poi... l'esclamazione di liberazione: Ah! Eccole. Finalmente. La musica lo placa un po’. Il volo è breve.

Decollo e atterraggio ok. Una volta entrato nel pulmino che porta a Fiumicino eccolo deliziare i suoi compagni di viaggio con battute e situazioni divertenti su come viene accolto dai figli al ritorno a casa. “Ciao papà. Io esco”. Ma come esci? Sono appena tornato! “Perché dove stavi?”. A Sanremo! In tv su Rai1. Ma non mi hai visto? “No!”.

Si ride. Ma all'improvviso lui spiazza tutti: "Stiamo ancora a Fiumicino? Ma non è meglio il treno?!". 
Intanto nell’area ritiro bagagli un uomo di alta statura, di nome Pippo e di cognome Baudo, dispensa baci alle donne che lo chiamano per nome. Ciao Pippo! E lui se le abbraccia, coccola e bacia. Che tenerone...  Caspita come acchiappa Pippo!
Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Dicembre 2018, 20:57
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