Piazza Fontana, Giovanna Mezzogiorno: «I giovani non ne sanno nulla»

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di Luca Uccello
Sono passati cinquant'anni da quel 12 dicembre 1969. Cinquant'anni dalla strage di Piazza Fontana a Milano. Un attentato alla Banca dell'Agricoltura con 7 chili di tritolo, 17 vittime, 80 feriti e mai nessun colpevole. Cinquant'anni di dolore, una parte della storia dell'Italia che Rai Fiction e Aurora tv fanno rivivere nella docufiction di Francesco Miccichè, Io ricordo Piazza Fontana. Un racconto che segue il filo della memoria di Francesca Dendena, interpretata da Giovanna Mezzogiorno, figlia allora diciassettenne di Pietro, una delle vittime della strage.

Un'interpretazione tutt'altro che facile per lei.
«Ho dovuto contenere la mia vena drammatica. Non ce n'era bisogno».

Quale è il ricordo di Giovanna di Piazza Fontana?
«Ricordi lontani ma ancora vivi perché negli anni 90 ero una liceale a Milano e verso i 16 anni ho iniziato a partecipare alle manifestazioni, a interessarmi di cosa è realmente successo ma la gente della mia generazione non conosce questa storia, non ha le idee chiare».

C'è stata molta confusione.
«Certamente i familiari delle vittime non avranno mai giustizia ma spero che si sentano un po' risarciti emotivamente ed eticamente da questo documento».

Quanto c'è di Giovanna in Francesca?
«Posso capire cosa vuol dire perdere all'improvviso il referente principale di una famiglia, un perno attorno al quale tutti girano, tutti dipendono. Il dolore, il vuoto che una cosa del genere ti lascia. Spero che il messaggio arrivi a più persone possibile, anche ai ragazzi di oggi che non sanno niente e ancor peggio non sono interessati».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Dicembre 2019, 08:22
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