Luca Tommassini per la prima volta racconta il suo passato e il difficile rapporto con suo padre, Mauro. Un’infanzia non facile per Luca Tommassini: “Mio padre spaccava oggetti e alzava le mani. Si vergognava di me, della mia S moscia. Era il primo a chiamarmi “frocett*”.
Leggi anche > Anna Tatangelo piange ad All Together Now, interviene la Hunziker
Il papà di Luca Tommassini col tempo è stato poco presente in casa (“Mio padre era meccanico vicino a Primavalle, all’epoca zona dove mettevano gli avanzi di galera – ha raccontato nel podcast di Luca Casadei “One more time” - Col tempo divenne campione di Formula 3, iniziò a spendere i soldi in auto e donne. E iniziò a non abitare quasi mai in casa”), ma quando c’era la sua vita non era semplice: “Usava molto le mani, e mandò diverse volte mia madre in ospedale.
La svolta per lui è arrivata con l’iscrizione alla scuola di danza: “A 100 metri da casa mia Enzo Paolo Turchi aprì una scuola di ballo. Mia madre mi disse: “Ci vuoi andare?”. Sì che volevo. Lei mi iscrisse, e mi pagò la scuola coi soldi che risparmiava di nascosto da mio padre”.
Una scelta naturalmente non condivisa dal papà Mauro: “Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, è venuto a pranzo, per rimproverarci tutti. Mia madre iniziò a difendermi. Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: “Vattene, vattene!”. Finché non se ne andò. Tirai fuori la forza che in realtà non avevo, mi inventai il coraggio, e a volte serve”.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Novembre 2020, 14:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA