Giffoni, Lillo al Film Festival: «Da bambino ero timido e bullizzato invece ora ho un metabolismo invidiabile»

So' Lillo a Giffoni Film Festival: «Da bambino ero timido e bullizzato, ora ho un metabolismo invidiabile»

di Alessandra De Tommasi

L’uragano Lillo si è abbattuto sul Festival per ragazzi di Giffoni (21-31 luglio) con una carica d’ironia che ha travolto tutti i giovani giurati. Non solo ha ballato sul palco una sua personalissima versione del Gioca Jouer, ha anche rifatto gli sketch cult di “So’ Lillo” e “Posaman”, direttamente dal programma LOL di Amazon Prime Video. A settembre, però, torna in radio con Greg, per poi riprendere insieme il tour teatrale interrotto a causa del Covid-19. Da qualche giorno ha terminato le riprese (come attore e regista) del film Gli idoli delle donne, che descrive come “la storia di un gigolò bello ma stupido a cui dopo un incidente cambiano i connotati e si ritrova con la mia faccia. Si ritrova banale, non più amato e pure bruttino”.

Ai giovanissimi giurati dell’evento campano ha aperto il diario dei ricordi e svelato aneddoti e curiosità sulla vita e la carriera, scatenando l’ilarità collettiva.

Ricorda la sua prima “rappresentazione artistica” da bambino?
La prima sceneggiatura che ho realizzato era per il gioco dei soldatini. Ho formato due eserciti e i buoni dovevano combattere contro i cattivi per liberare una principessa tenuta prigioniera. Siccome non esistevano soldatini femmine, usavo quelli greci con il gonnellino. Ma questi racconti li tenevo per me, ero timido.

Davvero?
Sì, a sei anni già pesavo quanto peso adesso e venivo bullizzato quindi ho sviluppato questa comicità e altre qualità per farmi accettare. Succede anche ora quando sono triste (spesso) e depresso (spessissimo): è l’autoironia la mia medicina.

Anche a scuola faceva ridere?

A scuola mi buttavano fuori in continuazione dalla classe, rifacevo le cadenze dei professori e ne amplificavo gli errori, al punto che non so come ho fatto ad arrivare al diploma.

Ha trascorso il lockdown postando video esilaranti su Instagram, anche se totalmente gratuiti. Perché?
Perchè sono quasi andato in depressione e allora ho deciso di fare un post di un minuto al giorno di puro divertimento.

E mi ha aiutato perché l’assenza del pubblico era diventata deprimente.

Il politicamente corretto sta distruggendo la satira?
Di certo non aiuta perché se esagerato tarpa le ali. Invece per dare un pugno nello stomaco in chiave comica serve libertà e allora il politicamente scorretto nasconde la denuncia nella società. Il rispetto, invece, è diverso dall’esagerazione di evitare alcuni argomenti perché considerati scomodi.

Il consiglio più prezioso?
Quando ho detto a mamma che mi sarei esibito per la prima volta era stupefatta all’idea che qualcuno potesse mai pagare per vedermi sul palco, ma poi mi ha detto: “Ti piace? Allora fallo”. Queste poche parole mi hanno insegnato a seguire sempre le passioni.

A lei cosa fa ridere?
I Muppets, Stanlio e Olio, Peter Sellers, Roberto Benigni e Frankestein Junior, che da bambino mi piaceva da impazzire.

Quanto in LOL era frutto di preparazione?
Nel mio caso solo il costume che ho fatto cucire due giorni prima, il resto era cazzeggio, improvvisazione tra amici, un’esigenza in una situazione difficile. La risata diventa un bisogno fisiologico.

Greg come se la sarebbe cavata nel programma?
Non so se avrebbe fatto al caso suo perché è più introverso.

Le vostre battute a voi fanno ridere?
Quando le prepariamo sì ma se poi rivedo gli spettacoli divento ipercritico. In realtà molte nascono da situazioni quotidiane, da tormentoni a cena o in famiglia, ma l’importante è capire se fanno ridere solo i presenti o anche chi non conosce il contesto.

“So’ Lillo” è finito pure sulle magliette. Se l’aspettava?
Ma no, è stato talmente estemporaneo che mi sono fatto pure ammonire per la risatina. E per questo mi fa ancora più piacere.


Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Luglio 2021, 19:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA