Lidia Schillaci: «Dopo il trionfo come Lady Gaga, sarò Tale e quale a me stessa»

Lidia Schillaci: «Dopo il trionfo come Lady Gaga, sarò Tale e quale a me stessa»

di Totò Rizzo
«Scusa, ma ascoltandoti uno si chiede: dove stava fino a ieri questa qui?». “Questa qui” è al secolo Lidia Schillaci, 35 anni, palermitana di nascita, cresciuta a Castellammare del Golfo (Trapani), rivelazione di Tale e quale show. Trionfatrice nella prima puntata come Lady Gaga, al terzo posto nella seconda come Giorgia, al quinto come Elisa nella terza. Domanda legittima quella di Goggi, Panariello e Salemme, i tre giurati dello spettacolo condotto da Carlo Conti (il venerdì su Rai 1 alle 21.15). Curiosità presto soddisfatta: Lidia ha cominciato imparando il pianoforte al Conservatorio di Trapani (studi fino al quinto anno), appena diciottenne è stata tra i protagonisti del talent Operazione trionfo su Italia 1, poi ha virato sul jazz studiando con Maria Pia De Vito, ha girato il mondo come vocalist nei tour di Ramazzotti ed Elisa, ha dato la sua voce ad una serie infinita di jingle pubblicitari, dalla Nutella a Wind, Fiorello l’ha voluta per la sua Edicola, ha scritto alcune colonne sonore per fiction tv.
Una mega-gavetta, insomma.
«Sì, ho imparato da ogni esperienza. E in tempi di musicisti e cantanti spesso improvvisati, questo mi fa sentire abbastanza sicura».
Anche sotto le mentite spoglie delle star alle quali presta voce e corpo in “Tale e quale”?
«Certo che sì: essere uscita fuori da questo programma attraverso le loro canzoni e le loro interpretazioni mi riempie d’orgoglio».
Come le hanno detto i giudici, ora sarebbe forse il momento di essere tale e quale a se stessa…
«Dopo quasi 18 anni di lavoro “dietro le quinte”, non è così semplice. Intanto perché il mondo della musica e il mercato discografico hanno subìto una rivoluzione: i talent, il digitale… C’è però un progettino assolutamente personale a cui sto lavorando».
Goggi, Panariello e Salemme si sperticano in lodi per lei.
«Sono lusingata. Sono tutti e tre puntuali nei giudizi. E un complimento della Goggi, artista a 360 gradi, per me vale doppio».
La musica è stata anche una medicina nella sua vita, segnata dall’abbandono di suo padre quando lei e i suoi fratelli eravate bambini.
«La musica può essere un rifugio ma pure una via di salvezza, è lenitiva, curativa. Certi dolori non si superano ma la musica aiuta a trasformarli in energie positive, in creatività. E ora che dopo tanto tempo quei rapporti si sono a fatica ricomposti, posso dire che per me è stata di grande aiuto».
I suoi miti?
«Trasversalissimi, dal pop al rock: Mozart e Michael Jackson, la Fitzgerald e i Queen, Sinatra e Gaga, Brian McKnight fino ai più giovani trapper».
A Sanremo, tale e quale a se stessa: magari ci fa un pensierino…
«Perché no? Il festival sarebbe un bel sogno, un bell’inizio, anche a 35 anni».
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Ottobre 2019, 08:26
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