Law & Order SVU, il ritorno. Mariska Hargitay: «Da vent'anni in tivù per dare voce alle vittime di abusi»

Law & Order SVU, il ritorno. Mariska Hargitay: «Da vent'anni in tivù per dare voce alle vittime di abusi». In arrivo le serie 21 e 22

di Alessandra De Tommasi

Ha anticipato #metoo e Time’s up di quasi vent’anni e ha creato un’associazione per le vittime di violenza (Joyful heart foundation): Mariska Hargitay è molto più di un’icona pop TV grazie alla serie Law & Order – Unità vittime speciali (da oggi - 27 gennaio 2021 - su Top Crime con la 21esima stagione e dal 21 aprile su Premium Crime con la 22esima, che racconta Covid e Black Lives Matter), con un spin-off in cantiere, Organized Crime, capitanato dal suo ex collega Christopher Meloni


Anche nell’era dello streaming, il poliziesco “classico” resiste grazie all’integerrima squadra di detective capitanata dal suo alter ego Olivia Benson. L’attrice, cha appena compiuto 57 anni, ha collezionato ogni tipo di premio, dal Golden Globe all’Emmy fino alla Ninfa di cristallo al Festival della TV di Monte-carlo. Figlia della diva Jane Mansfield, che ha perso la vita in un tragico incidente stradale, ha conosciuto il senso di perdita e il dolore fin da bambina, ma ha trasformato quel dolore in azione. 

 


Anche lei è così coraggiosa come Olivia?
«Olivia non è priva di paure, ma va comunque avanti, come me. Sa che è un privilegio dar voce alle vittime e lo so anch’io, per questo cerco di non fermarmi di fronte a nessun ostacolo». 

Eppure siete così diverse…
«Lei deve indossare una corazza d’austerità per esigere disciplina e rispetto, sprigiona autorevolezza appena entra in una stanza.

Io, invece, mi emoziono, rido spesso e gesticolo come una matta. Se c’è una lezione che mi ha insegnato è proprio questa staticità, la forza del pensiero che prende il sopravvento prima dell’azione».

Dopo oltre 20 anni, la serie è ancora necessaria?
«Lo è più che mai, perché continua a dare la forza di denunciare e a scardinare i tabù sulla violenza di genere. Sprona al dibattito sul consenso e dobbiamo continuare a parlarne».

La vita non è stata generosa con la sua infanzia. Come si supera la perdita di una mamma e per giunta in così tenera età?
«Dopo essere sopravvissuta fisicamente ad una tragedia (era nella macchina della madre durante lo schianto, ndr.) mi sono aggrappata a mio padre, che è diventato una roccia, e poi ho capito che parlarne mi avrebbe aiutato e così è stato».

La recitazione l’ha aiutata?
«Moltissimo: ho messo sempre in scena i miei sentimenti e mi ha salvato. E questa serie non mi ha solo regalato una carriera, ma anche una famiglia e tre figli (uno biologico e due adottati, ndr.) perché ho incontrato mio marito (l’attore Peter Hermann, ndr) sul set».

La serie mostra ogni tipo di orrore, dallo stupro agli abusi. Vedere tanto male la rende cinica?
«Tendo a cercare libertà e verità quindi direi semmai più battagliera, no?».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Gennaio 2021, 09:05
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