Festa Juve, Cucchi a Chiellini: «Gli scudetti sono 34, non 36». Ma in studio è gelo Video

Festa Juve, Cucchi a Chiellini: «Gli scudetti sono 34, non 36». Ma in studio è gelo Video

di Domenico Zurlo
La Juventus ha festeggiato ieri il suo settimo scudetto consecutivo, il quarto dell'era Allegri. Un risultato storico per la società bianconera, che dopo la retrocessione in Serie B post-Calciopoli si è rialzata, con Antonio Conte nel 2012, e non ha più smesso di vincere (anche 4 Coppe Italia negli ultimi 4 anni). Ma la stessa Calciopoli è una ferita ancora aperta, per gli juventini (tifosi e società) come per i tifosi delle altre squadre.

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Si è visto chiaramente durante La Domenica Sportiva di ieri, quando Riccardo Cucchi, storico radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto e ora opinionista fisso in Rai, ha detto qualcosa che in apparenza era scontato, ma che ha creato il gelo in studio. Durante il collegamento in diretta con il difensore bianconero Giorgio Chiellini, Cucchi ha ricordato che gli scudetti della Juve «non sono 34 ma 36», in riferimento ai due titoli revocati (per Calciopoli appunto) nel 2005 e 2006. La reazione in studio è stata un lungo ed assordante silenzio. A romperlo, lo stesso Chiellini, che ha commentato con un laconico «glissiamo». «Non voglio riaprire polemiche», aveva premesso Cucchi. 
Lo scudetto del 2005 fu revocato e non assegnato ad altri, mentre per il campionato del 2006 furono penalizzate sia la Juve, che era arrivata prima, sia il Milan che aveva concluso in seconda posizione: l'Inter, arrivata terza, fu nominata d'ufficio campione d'Italia. Da 12 anni ormai i tifosi bianconeri (e in parte anche la società, con tanto di scudetti esposti allo Stadium) non riconoscono quelle sentenze, e sentono quei due titoli come loro, conquistati sul campo: da qui la polemica, che da oltre un decennio sembra non finire mai.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Maggio 2018, 11:47
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