Irene Pivetti e la frode delle mascherine a Non è la D'Urso: «Mi hanno infangata, io sono la parte lesa»
di Ida Di Grazia
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«A me dispiace moltissimo perché tutto questo infanga me, la mia società e le persone che hanno lavorato con me», Irene Pivetti, ospite a Live non è la D'Urso risponde con fermezza alle accuse sulla presunta frode delle mascherine importate dalla Cina. «Sono felice che stiano indagando - ha detto la Pivetti - Le indagini servono per fare chiarezza. Io non voglio fare business sulle mascherine. Addirittura noi andiamo in perdita. All’inizio l’Italia non ne aveva abbastanza e io mi sono messa a disposizione. Io ho importato dalla Cina più di 13 milioni di mascherine, sei milioni già consegnate. Portarle a casa è stato uno sforzo enorme». I reati ipotizzati per la Pivetti e la sua società Only Italia logistics, sono frode in commercio e immissione sul mercato di prodotti non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza «Continuo a confermare grande fiducia nelle persone che mi stanno indagando. È giusto dimostrare che si crede nello Stato - ha proseguito l'ex Presidente della Camera - La perizia che è venuta fuori e che anche io ho appreso tramite la stampa è una pseudo perizia senza alcun valore. Io stesso ho richiesto una mia perizia. C’è anche una normativa che si è evoluta nel tempo. Quel certificato non è rilevante per la validità della mascherina. Le procure stanno indagando e si potrà dimostrare la verità».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Maggio 2020, 09:00
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