"In 25 anni, nessun parente è mai entrato in casa di Alberto Sordi". Parla l'autista accusato di truffa.

"In 25 anni, nessun parente è mai entrato in casa di Alberto Sordi". Parla l'autista accusato di truffa.

di Valeria Arnaldi
ROMA - “Io non devo replicare niente a nessuno, non sono scappato, infatti, sono qui”. Arturo, l’autista di Aurelia Sordi, accusato dai parenti di Alberto Sordi per questioni ereditarie e imputato con altri in un processo per una truffa di 2 milioni e mezzo di euro, ha scelto Domenica Live per parlare del suo rapporto con la famiglia e, in particolare, con Aurelia Sordi. Oltre ovviamente a rispondere alle accuse dei parenti.
“Nei venticinque anni nei quali ho lavorato per la famiglia Sordi, io non ho mai visto nessun parente entrare in casa - afferma -  Io non ho mai mancato di rispetto a nessuno, non ho mai parlato male di nessuno”.
Tra le accuse mosse all’autista anche quella di aver staccato il telefono di Aurelia.
“Io non ho mai risposto al telefono, non ero il badante, come è stato detto, Aurelia e Alberto non hanno mai avuto badanti. Aurelia, nell’ultimo periodo, non ha mai avuto neppure medici o infermieri. Tutto quello che ho detto, l’ho detto con prove”.
Nel corso della trasmissione, Barbara D’Urso fa ascoltare una telefonata intercettata tra l’autista e una delle sue cameriere, Pierina, in cui i due parlano di assegni da far firmare a Aurelia Sordi.
“Mi si accusa di una procura che non ho mai usato in vita mia”, dice Arturo.
Tema caldo, le donazioni di 2 milioni e mezzo di euro ad alcuni membri del personale di casa Sordi.
“Quando la signorina Aurelia fece quelle donazioni, quel denaro fu svincolato da dei funzionari di banca. E pure questi  non si sono accorti che lei era incapace di intendere e di volere?”, commenta Paola Comin, press agent di Alberto Sordi dal 1992 fino alla morte.
A gennaio si terrà il processo. 
Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Novembre 2016, 18:45
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