Giffoni, tutti pazzi per Gomorra: "I politici
si indignano per noi ma dimenticano il Sud"

Giffoni, tutti pazzi per Gomorra: "I politici si indignano per noi ma dimenticano il Sud"

di Alessandra De Tommasi
Un campo minato: così Marco D’Amore vede la sua Gomorra, la serie Sky di cui è protagonista. Ai ragazzi del Giffoni Film Festival assieme ai colleghi del cast svela le insidie in agguato per un ruolo ormai cult: «Credo sia sacrosanto – spiega – che la narrazione perda i protagonisti perché per loro non esiste via d’uscita. Da sempre il mio personaggio, Ciro, mi ha fatto pensare a Iago: il suo è un percorso quasi shakespeariano, tesse strategie finissime su una tela in cui cadono in molti, lui compreso. In questo racconto epico i quartieri di Napoli riecheggiano gli scenari della tragedia greca».

Alla vigilia delle riprese della terza stagione l’attore guarda al futuro: «Non conosco nello specifico quello che accadrà nelle nuove puntate, ma penso che Ciro sia arrivato alla morte interiore e si ripartirà da lì». Altrettanto sibillino Marco Palvetti: «Mi chiedono dove sia il corpo di Salvatore Conte, ma non lo so». Mentre la sua presenza al festival campano fa riaccendere la speranza del pubblico, l’attore ne approfitta per rispondere all’ennesima polemica sull’incitamento alla violenza: «Chi ama i pipistrelli può identificarsi in Batman e buttarsi da un grattacielo per emularlo. Allo stesso modo se qualcuno ha una dinamica affine a quella del potere in Gomorra può far leva su quest’attitudine, ma il fatto è che la serie fotografa e riporta la realtà, su cui regna il Destino sovrano che stermina tutti. Sta a ciascuno decidere da che parte stare, in totale libertà».

Cristina Donadio, interprete della rivelazione della seconda stagione, Scianel, si stupisce che a sollevare un polverone mediatico su di lei sia stata la scena con il vibratore dorato invece che i momenti di spietata violenza: «Possibile – si chiede – che nel 2016 la donna non possa avere in casa un oggetto del genere e farci quel che meglio crede?». Secondo Fabio De Caro (Malammore) «non sono i ragazzi, abituati alle serie americane, a scandalizzarsi, ma le casalinghe abituate a vedere in tv politici buoni e medici che salvano tutti gratis, situazioni lontane anni luce dalla realtà».

Salvatore Esposito (alias Genny) rincara la dose: «I politicanti preferiscono indignarsi per una serie e far finta che il resto non esista». Lo dice a una ragazza di Corato, luogo del disastro ferroviario di qualche giorno fa, spalleggiato da D’Amore che commenta: «Solo nel Sud Italia dimenticato da tutti può succedere quello che è successo a Corato, è una vergogna. Questo è un paese in cui un ragazzo di 26 anni (Saviano, ndr) scrive un libro e finisce con più detrattori di quelli di cui racconta». Insomma, «considerateli fumetti, non eroi – conclude Cristina Donadio – non si meritano i vostri selfie, sono il Male».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Luglio 2016, 09:02
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