Giletti e Fazio ad alta tensione, scontro su Burioni e sul governo
di Marco Castoro
Ma, Burioni a parte, la vera cannonata domenica sera Giletti l'ha sparata nei confronti del governo per la scarcerazione dei boss della mafia (con tanto di nomi e cognomi) e del ministro della Giustizia, Bonafede, con le accuse di Nino Di Matteo, candidato per la nomina a capo del Dap. «Venni raggiunto dalla telefonata del ministro Bonafede ha raccontato il magistrato - il quale mi chiese se fossi disponibile ad accettare il ruolo di capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria, o in alternativa quello di direttore generale degli affari penali. Ma poi improvvisamente il ministro ci ripensò». Secondo il magistrato, c'erano state le reazioni nei penitenziari di importantissimi capimafia contrari alla nomina. La risposta del ministro della Giustizia Bonafede non si è fatta attendere, ha chiamato in studio per replicare e smentire quanto detto da Di Matteo. Ovviamente si è alzato il polverone politico con l'opposizione pronta a trarre le conclusioni e chiedere le dimissioni del ministro. Il polverone è diventato polveriera al punto che La7 ha consigliato a Giletti di non rilasciare dichiarazioni ai giornali. Le scarcerazioni dei boss della mafia e la vicenda Di Matteo-Bonafede hanno scosso Giletti e lo si è notato anche durante la diretta, seppure i suoi gesti di stizza - mentre Di Matteo parlava al telefono - erano rivolti probabilmente alla regia che indugiava su di lui con un'inquadratura fissa anziché fare una panoramica in studio. Non è l'Arena di domenica sera ha ricordato a tratti le trasmissioni contro le mafie di Michele Santoro e Maurizio Costanzo. Un programma vivo con interventi in diretta dei protagonisti e con il picco del 13% delle 23:49 che ha fatto alzare la media all'8,8% di share. Dopo le 23 La7 è stata la seconda rete più vista.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2020, 08:30
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