Giampaolo Morelli: «Coliandro è un'icona ma tornerei alle Iene»
di Donatella Aragozzini
Come sarà Coliandro in questa settima stagione?
«Sarà sempre lo stesso, vogliamo che invecchi inevitabilmente ma senza cambiare, perché è sempre più cult, un'icona nella quale si riconoscono gli spettatori e anche chi lavora nelle forze dell'ordine.»
Perché piace tanto?
«Perché è sempre alla ricerca di un posto migliore nel mondo, di un incarico più adeguato a quello che pensa di valere, si fa sempre fregare da queste donne che lo tirano in queste storie assurde, se ci finisce a letto pensa “minchia, vuoi vedere che stavolta mi innamoro veramente?” ma poi inevitabilmente la storia sfuma e resta sempre solo, come tanti single ultratrentenni di oggi.»
Un episodio della serie è stato proiettato in piazza Grande, a Bologna, davanti a 5000 persone: quando ha capito che stava diventando un cult?
«Che aveva delle potenzialità e che poteva far breccia nei cuori della gente lo abbiamo capito subito, certo non da Rai1 ma perfetta per Rai2.»
È vero che Coliandro sta portando turismo a Bologna?
«Sì, da una statistica risulta che 4 milioni di persone che hanno seguito Coliandro vogliono vedere Bologna, ci sono addirittura dei tour nei luoghi della fiction.»
Lei vive invece da vent'anni a Roma: come trova questa città?
«Non si vive male ma purtroppo è ferma al passato, non va avanti, non c'è fermento culturale. Ha un potenziale enorme ma non è europea. Il fatto è che si porta dietro talmente tanti anni di cattiva gestione, che ce ne vorrebbero altrettanti di buona gestione per risolvere i problemi.»
Quali sono i suoi prossimi progetti?
«Sto girando Gli uomini d'oro di Vincenzo Alfieri, con Fabio De Luigi e Edoardo Leo, una storia un po' noir che trae spunto da un episodio accaduto anni fa a Torino, non è una commedia anche se ci possono essere delle risate. E il 17 gennaio uscirà Bugiardi di Volfango De Biasi, che invece è una commedia pura, dove interpreto il titolare di un'agenzia che crea alibi a traditori o persone che vogliono nascondere qualcosa.»
In passato ha anche condotto dei programmi: tornerà a vestire i panni del conduttore?
«Se Davide Parenti mi dovesse richiamare, con infinito piacere tornerei a fare Le Iene, se i tempi si conciliano con quelli di attore, ma per me condurre è un gioco, sono incursioni, i conduttori sono altro.»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Novembre 2018, 09:27
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