Gabriele Corsi: «Per la mia nuova sfida con “Deal with it” sul Nove mi ispiro a Proietti, Tognazzi, Corrado e Walter Chiari»
di Rita Vecchio
Sorprese?
Ospiti e tante risate. Elio, The Jackal, Marisa Laurito e tantissimi altri. Deal with it piace: è un gioco facile. La gente ha bisogno di questo. Vuole ridere.
E lei ci riesce.
Come insegna Gigi Proietti, la leggerezza è il contrario della stupidità. La prima puntata è stata commovente: dedicata a Nicholas Greto, uno dei nostri attori che ha lottato contro una brutta malattia fino a tre giorni prima della messa in onda. Aveva 19 anni.
Il segreto del successo?
Nella semplicità. Io sono così come mi vede, non ho filtri. Corrado, Tognazzi, Walter Chiari, sono il mio pantheon artistico. Mi lusingano gli ascolti e a chi mi ferma per strada dico che è il mio datore di lavoro.
A proposito, ma con la Rai è un capitolo chiuso?
Ma no, non so, non credo. Magari un pranzo con Stefano (Coletta, direttore Rai, ndr) lo farò. Persona coltissima. Hanno scritto che ci sono rimasto male quando il precedente direttore di rete ha deciso di far decadere il contratto di Reazione a catena, ma un direttore è come un allenatore di calcio: sceglie chi avere in squadra. Ma a me interessa più il programma che il canale.
Il programma che vorrebbe fare? E quello che “anche no”?
La maratona Mentana: chissà se lui è d’accordo (ride, ndr). Quello no? Dove si mette in piazza la mia vita.
E il prossimo?
Ehm… Non so se sarà possibile farlo con le misure antiCovid, ma le do un aiuto: all’estero è prodotto da Ryan Reynolds… (Don’t, ndr).
Ma anche nelle vita ride sempre?
Bisognerebbe chiederlo a mia moglie. Ha detto che non mi porta più al cinema. Grondo lacrime facilmente e mi sciolgo come un cornetto al sole.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Settembre 2020, 21:36
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