Festival di Sanremo 2019, la Champions League di Claudio Baglioni

Festival di Sanremo 2019, la Champions League di Claudio Baglioni

di Marco Castoro
Claudio Baglioni ha alzato l’asticella del Festival di Sanremo 2019 «che torna a essere locomotiva e non più vagone», come il direttore artistico ha tenuto a precisare «perché Sanremo deve essere sempre all’avanguardia anticipando quello che sarà la musica popolare dei prossimi anni». Ma Claudio Baglioni si è anche definito “dirottatore artistico” e non più dittatore come è stato ribattezzato sui giornali. Dirottatore perché la barca può approdare anche da un’altra parte, viste le scelte ardite e coraggiose fatte. «Una rivoluzione che fa tutto il giro del cerchio», come l’ha definita Baglioni.

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A conti fatti il Festival di Sanremo 2019, il 69°, è una specie di Champions League. Perché al via si presentano gli artisti che hanno già vinto (capitanati da Il Volo e Francesco Renga). Sono tornati divi e dive. Patty Pravo e Loredana Bertè in primis. Ma anche Nino D’Angelo e Daniele Silvestri non sono da meno. E ci sono i big dei giovani e del televoto. Da Achille Lauro, il rap più contaminato a Ultimo, da Federica Carta con il rapper Shade, per continuare con Motta, Ghemon, gli Zen Circus, Irama. La vitalità di Negrita, Ex Otago, Boomdabash.

Speriamo che i brani siano all’altezza del cast. A riguardo Baglioni - nel suo excursus - ha spiegato che nei testi si fanno molti riferimenti al passato e al futuro. Poco o niente al presente.
«Evidentemente il momento che stiamo vivendo non piace a nessuno. Ci sono troppi disagi».
Alla fine però anche Claudio Baglioni è stato dirottato dalla realtà: «Ma io mica ho capito quale sia veramente la canzone sanremese». È la degna confessione di un dirottatore, pronto a sconfessare i papaveri e le papere.
Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Dicembre 2018, 20:32
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