Enrico Ruggeri, tre prime serate Rai 1: «Con me la musica torna in tv»

Enrico Ruggeri, tre prime serate Rai 1: «Con me la musica torna in tv»

di Luca Uccello
Per Enrico Ruggeri È sempre una vita da cantare, da raccontare, forse, come sa fare solo lui. Trentacinque album, quarant’anni di carriera da cantautore e un ritorno da conduttore per tre prime serate su Raiuno dove racconterà la musica italiana in un viaggio attraverso i dorati anni ‘70 e ‘80 e i suoi luoghi che ne hanno fatto da sfondo. «Lo faremo con rispetto, approfondimento e divertimento perché il sabato sera bisogna anche divertirsi». Forse è questa la sfida che Ruggeri vuole vincere per prima. Ma non c’è solo quella perché “poi bisogna saper dire anche cose intelligenti”.

Cosa ti ha spinto a tornare in televisione?
«La voglia di raccontare una delle stagioni più esaltanti della cultura, dello spettacolo italiano che è quello dei cantautori. Quelli che ci hanno cambiato vita, che hanno segnato strade».

La musica in prima serata del sabato: più sfida o scommessa?
«Una bella sfida perché spesso si dice che la musica in prima serata non faccia ascolti, poi a volte li fa. L’altra sfida è fare cultura divertendo. C’è una parte del nostro Paese che vede la cultura come un impegno, una cosa noiosa. Io cercherò di divertire provando a dire cose intelligenti».

Quindi la musica in tv non è sempre un talent -show?
«I talent hanno il sangue, il sapore della sfida, la parte spettacolare che forse non può avere un racconto, ma la musica non può ridurre a un talent».

Il talent resta l’unico modo per avere successo oggi?
«Spesso il problema dei talent è che scegli persone che cantano bene, ma poi se ti guardi indietro, negli ultimi 50 anni, non sono rimasti quelli che cantavano meglio, sono rimasti quelli che avevano più cose da dire. La gente va da chi dice delle cose dove poi si riconosce non da chi canta meglio».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Luglio 2019, 09:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA