Emma D'Aquino su Rai1: «Con Vittime Collaterali restituisco voce a chi non la possiede»

Dal 1° maggio il programma su Rai1

Emma D'Aquino su Rai1: «Con Vittime Collaterali restituisco voce a chi non la possiede»

di Marco Castoro

La nuova era di Emma D’Aquino. Da mezzobusto campione di ascolti nel Tg1 della sera a conduttrice di programmi, nonché ora addirittura pure autrice. Cinque puntate di "Vittime collaterali", in onda su Rai1 il lunedì sera in seconda serata dal 1° maggio, con temi dedicati al lavoro, agli orfani dei femminicidi, alla conflittualità di chi vive una cultura diversa, alle stragi di mafia, alla ludopatia che affligge i più giovani.

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Racconta questa nuova sfida?

«Emma è sempre la stessa persona, ogni tanto però mi piace cambiare veste ma ciò che c’è dentro sono sempre io. Mi piace raccontare storie che principalmente mi interessano e che spesso sono poco illuminate, che non trovano grande copertura mediatica. Intervistare e dar voce a persone e alle loro storie di vita, spesso drammatiche, che altrimenti resterebbero al buio. In ogni puntata affronteremo un tema con testimonianze e con il contributo di esperti per tentare di dare delle risposte a chi vive lo stesso disagio, la stessa esperienza di vita. Se solo arriveremo anche ad una sola persona allora avrò assolto al mio compito, il servizio pubblico è anche questo».

Ma non è solo la conduttrice?

« No infatti. È un’idea nata da un colloquio tra me e il direttore dell’approfondimento Antonio Di Bella. Ne sono autrice e con me lavora una piccola redazione di autori. Come dico sempre: tutti facciamo tutto (ride) e ciascuno di noi ha portato dentro la propria sensibilità».

Quale delle 5 puntate ha toccato di più la sua sensibilità?

«Beh, tutte ovviamente… ma se proprio devo rispondere allora quella sugli orfani di femminicidio, gli “orfani speciali. Raccontiamo di donne uccise dai loro partner o ex partner e ci dimentichiamo dei figli che queste donne lasciano.

Bambini, ragazzi totalmente abbandonati psicologicamente ed economicamente. Sono le vittime collaterali della piaga dei femminicidi».

Che effetto fa essere diventata un volto popolare?

«Mi stupisco sempre della popolarità. Ma mi piace l’affetto delle persone, sempre. Quando con timidezza ti chiedono una foto o come è successo questa mattina mentre ero in fila alla cassa di un vivaio e lottavo per far entrare le piante acquistate in una busta, tre simpatiche signore mi hanno sorriso, fatto i complimenti e… mi hanno dato una mano».

Ha nostalgia della conduzione del Tg1?

«Non conosco questo sentimento, preferisco guardare avanti e mai indietro».

Alcune sue colleghe si sono esibite in programmi di intrattenimento, lei è stata tra le prime andando a Sanremo, parteciperebbe a Ballando con le Stelle?

«Non vorrei sbagliare ma credo proprio di essere stata la prima giornalista ad andare a Sanremo, mi riferisco al 2018 con Claudio Baglioni, poi due anni dopo mi ha chiamata Amadeus. Ballando? Qualche anno fa mi chiamò Milly Carlucci per partecipare ma non si conciliava con gli impegni di conduzione. Ma se penso a informare e intrattenere insieme, allora fare la spalla a Fiorello in un Tg rivoluzionario nel linguaggio e nelle immagini sarebbe bellissimo».

Qual è il suo sogno nel cassetto? Lavoro o vita privata? Le manca un figlio?

«Sono fortunata, ho quello che voglio, faccio il lavoro che mi piace e mi appassiona, perché angosciarci sempre con ciò che non abbiamo, serve solo a non vivere appieno il presente e a non goderne».

Quali sono stati i momenti indimenticabili per lei in tv?

«Ne potrei citare tanti. La prima diretta da inviata. Era il 1997 e lavoravo a “Cronaca in diretta” con la conduzione di David Sassoli. L’intervista quasi rubata a Ilary Clinton mentre camminavamo alla parata del Columbus Day dopo l’attentato alle Torri gemelle, per poco non mi arrestarono. E ovviamente l’annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Se mi giro indietro in questi anni ogni giorno è stato speciale perché è il mio lavoro ad essere speciale».


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Maggio 2023, 00:00
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