Elena Sofia Ricci: "Cambio spesso per noia, ma non voglio mollare suor Angela"

Elena Sofia Ricci: "Cambio spesso per noia, ma non voglio mollare suor Angela"

di Alessandra De Tommasi
Una, nessuna e centomila: Elena Sofia Ricci ama cambiare pelle e personaggi molto spesso, evita così la noia sempre in agguato. Ma per Che Dio ci aiuti (appena terminato su Rai Uno) potrebbe fare un’eccezione, come anticipa a Leggo al Cortinametraggio.

Difficile lasciare andare suor Angela? «Sono allergica alla ripetizione e infatti mollo le serie dopo qualche stagione (vedi I Cesaroni, ndr) per essere libera dalle etichette ma stavolta potrei farci un pensierino. Dopo il successo della stagione 4, e nonostante la preoccupazione per la collocazione domenicale, sono sempre più convinta che la formula funzioni e che si tratti di un prodotto coraggioso».

Perché il debutto a teatro con “Mammamia Bella”? «Il teatro è una palestra che mi rigenera e mi rimette in discussione, altrimenti mi annoio e invece voglio continuare a sorprendere me e il pubblico, quindi riproporrò lo spettacolo e ne ho in mente un secondo».

Mai pensato alla scrittura? «Ora sì: da appassionata di psichiatria sto lavorando a un thriller scomodo, e mi sono ritagliata anche un ruolo, ma non quello principale. Quest’esperienza mi fa tornare agli esordi». Come mai? «Il tema è difficile da far digerire e mi spaventa, ma ci credo e non mollo, persino il Ministero della Salute mi ha scritto una lettera di encomio».

Si lega a un’esperienza reale? «Ho iniziato a lavorarci 11 anni fa, quando sono venuta a conoscenza di una certa psicopatologia. L’ho proposto e mi hanno riso in faccia, perché è un film di genere. L’ho riscritto varie volte e continuerò a proporlo».

Al Cortinametraggio ha riproposto “Amore rubato”, a che punto siamo con la parità di genere? «Noi donne vorremmo un uomo alfa e al tempo stesso essere autonome, ma il partner non tollera che la compagna sia superiore a sé, ad esempio quando guadagna più di lui».

E in campo professionale? «Una volta mi hanno detto: “Tu come donna non puoi parlare di tematiche sociali”. Ero scioccata perché abbiamo storie femminili importanti da condividere e dobbiamo farlo».

L’età è ancora un tabù? «Ho sempre saputo che i ruoli migliori per le attrici sono dai 20 ai 50 anni. Allora mi sono reinventata e quel cambiamento, all’inizio obbligato, si è poi trasformato nella linfa che mi nutre ogni giorno».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Marzo 2017, 08:51
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