Denise Pipitone, il messaggio misterioso a Storie Italiane: «Il rapimento è uno colpo a Piera Maggio...»

Denise Pipitone, il messaggio misterioso a Storie Italiane: «Il rapimento è uno colpo a Piera Maggio...»

di Emiliana Costa

Denise Pipitone, il biglietto misterioso a Storie Italiane: «Il rapimento di Denise è un colpo a Piera Maggio...». Oggi, nel corso della trasmissione condotta da Eleonora Daniele si è tornati a parlare del caso della bimba di Mazara del Vallo scomparsa all'età di quattro anni il primo settembre 2004.

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Prima ospite in collegamento, l'avvocato Monica Gnesi, legale della signora Silvana che era stata indicata dalla guardia giurata Felice Grieco come la presunta donna del video con "Danas". Silvana ha smentito tutto nel corso della trasmissione Chi l'ha visto? e oggi l'avvocato Gnesi ha precisato: «Silvana ha detto che non c'entra niente con Denise Pipitone, non è la donna del video. Ha indicato anche un tratto somatico che ha sul viso che la donna del video non ha. Dice di non essere stata a Milano in quel periodo e di non essere mai stata in un campo rom a Parigi. Silvana non è latitante, non è irreperibile ed è a disposizione degli inquirenti per ulteriori chiarimenti. La signora nel 2018 è stata fermata per guida senza patente. Questa è la prova documentale che la signora fosse in Italia e non a Parigi. Nel 2004 si trovava presso un ospedale di Monza perché aveva in cura una delle figlie e non a Milano. A causa di questa situazione, la signora è depressa, si vergogna e non esce più di casa. Sta vivendo le cose male. Non c'entra niente».

Secondo ospite in collegamento, Francesco Lombardo, il carabiniere che indagò su Denise: «Partiamo con la mia squadra il 3 settembre. Al terzo giorno decidiamo di intervenire e di fare un'indagine diversa. A ottobre un mio collaboratore ha trovato un foglietto sul parabrezza in cui veniva minacciato, in cui gli veniva chiesto se non si fosse stancato di girare per Mazara del Vallo. C'era scritto che era un fatto grosso per colpire la famiglia Maggio, non c'entrava la pedofilia o il traffico d'organi. Questo ha creato all'interno delle nostre famiglie un certo malessere, abbiamo trincerato i bambini in casa. La sera del 2 settembre (il giorno dopo la sparizione, ndr) gli spostamenti di Anna Corona sarebbero anomali, le celle del cellulare agganciano Carini, Trapani, Mazara del Vallo, Partinico. Verrà detto che c'era un problema di rete». Chiosa Eleonora Daniele: «Come faceva a stare al lavoro e in tutti questi posti? Il cellulare sarebbe stato spento ogni volta che usciva da Mazara del Vallo. Solo che ogni volta che veniva riacceso agganciava l'ultima cella in cui il cellulare sarebbe stato». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Giugno 2021, 22:31
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