Daniele Bossari, il dramma a Verissimo: «Bevevo una bottiglia e mezza di whisky al giorno. Mi sono trovato a strisciare in casa»

Daniele Bossari, il dramma a Verissimo: «Bevevo una bottiglia e mezza di whisky al giorno. Mi sono trovato a strisciare in casa»

di Emiliana Costa
Daniele Bossari, il dramma segreto a Verissimo«Bevevo una bottiglia e mezza di whisky al giorno. Mi sono trovato a strisciare in casa». Oggi, l'ex gieffino è stato ospite di Silvia Toffanin e ha raccontato un periodo buio della sua vita: «È iniziato tutto con il Grande Fratello. Sono stato inondato dal calore della gente. Mi chiedevano come avevo fatto a superare la depressione e ho deciso di raccontarlo in un libro».

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Ecco le parole toccanti di Daniele Bossari: «Non mi sono mai reputato un figo, non mi sono mai visto bene. Le prime critiche, il giudizio delle persone ha iniziato a ferirmi. Inizia tutto intorno al 2002, quando il giudizio di un grande critico che mi faceva a pezzi mi ha profondamente ferito. L'insicurezza mi ha portato a modificare il mio atteggiamento. Non ero più me stesso, piano piano mi sono chiuso. Finché mi sono trovato nell'oblio totale. Il telefono non squillava più perché mi sono fatto terra bruciata intorno. Non rispondevo neanche più agli amici. Ho escluso la mia compagna e mi sono ritrovato da solo nel mio studio. Ho cominciato a non voler dormire per paura dei mie fantasmi. Tenevo la luce accesa e aspettavo l'alba. Sono arrivato a un punto da mettermi una sveglia per ricordarmi che dovevo andare a letto. Ero divorato dai sensi di colpa perché Filippa accompagnava mia figlia a scuola e io andavo a dormire. Ho iniziato a usare l'alcol per dimenticare tutto. Nel momento di crisi più acuta bevevo tantissimo, sono arrivato a una bottiglia e mezza di whisky al giorno. Mi sono trovato a scrisciare per salire le scale di casa. Bevevo di notte nel mio studio e cercavo di non far accorgere di niente la mia famiglia».



Daniele Bossari ripercorre anche il momento in cui ha pensato a farla finita: «Era una notte, pioveva. Di fronte a casa mia c'era un cantiere. Ho scavalcato la recinzione e mi sono arrampicato su una trave a dieci metri di altezza. Il pensiero del suicidio stava per diventare realtà. Ma in quel momento mi sono ripreso, sono tornato a casa, mi sono sciacquato e da lì mi è scattato qualcosa dentro per ripartire». 
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Novembre 2019, 18:53
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