Cristiana Capotondi star di "Ognuno è perfetto": «Lavorare con attori con la sindrome di Down era irrinunciabile»

Cristiana Capotondi star di "Ognuno è perfetto": «Lavorare con attori con la sindrome di Down era irrinunciabile»

di Donatella Aragozzini
La disabilità non è un’imperfezione. È il concetto attorno al quale ruota Ognuno è perfetto, tenero e d emozionante road movie in tre puntate, diretto da Giacomo Campiotti, con protagonisti un ragazzo con Sindrome di Down e i suoi amici disabili, in onda da stasera in prima serata su Rai1. Nel cast anche Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Cristiana Capotondi e Piera Degli Esposti. 

Capotondi, ci parli del suo personaggio.
«Interpreto Miriam, la direttrice di una cioccolateria che offre un lavoro vero a ragazzi disabili nel reparto packaging. Una donna solare ma che nasconde un dolore, con un grande senso di responsabilità nei confronti di questi ragazzi, che non vuole deludere».

Come si è trovata a lavorare con questi attori speciali?
«È stato un lavoro più frammentato del solito, con momenti spontanei nei quali abbiamo anche improvvisato, nei limiti del testo. Il progetto mi ha convinta subito, mi sembrava irrinunciabile. E anche per i ragazzi è stata un’occasione positiva: all’inizio facevano confusione e tra di loro si scatenavano dinamiche che non riuscivano a governare, poi piano piano hanno imparato a gestirle».

A breve la vedremo invece in una serie sul femminicidio.
«Sì, si dovrebbe intitolare Bella da morire e saranno quattro puntate per Rai1, nelle quali interpreto un ispettore di polizia».

Già nel film-tv Io ci sono, sulla vicenda di Lucia Annibali aggredita con l’acido dall’ex, aveva in qualche modo trattato il tema.
«È importante dare risalto a certe notizie, spero che aiuti a cambiare le cose ma è un lavoro molto lungo, gli effetti di una rivoluzione culturale si vedono nelle generazioni future».

In passato ha diretto corti e documentari, le piacerebbe mettersi alla prova nella regia di un lungometraggio?
«Non mi dispiacerebbe, ci sono delle storie, delle tematiche che mi stanno a cuore. Però non è un progetto imminente, probabilmente a marzo tornerò sul set e adesso ho anche l’impegno con la Lega Pro...».

...di cui è vicepresidente.
«È una bellissima avventura, la Lega Pro fa molto a livello sociale, con i suoi 60 club divisi in tre gironi, c’è un grande coinvolgimento sul territorio. È importante richiamare l’attenzione su questa realtà, per questo ieri le partite sono cominciate con un quarto d’ora di ritardo per accelerare la legge di bilancio, perché conceda ai nostri club la defiscalizzazione che permetterebbe di investire nella formazione dei giovani calciatori e nelle infrastrutture».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Dicembre 2019, 13:32
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