Cose Nostre, Emilia Brandi: «Il racconto del bene e il male è il mio punto di partenza»

Cose Nostre, Emilia Brandi: «Il racconto del bene e il male è il mio punto di partenza»

di Ida Di Grazia
Cose Nostre, Emilia Brandi: «Il racconto del bene e il male è il mio punto di partenza». Le storie nascoste di mafia, i percorsi di redenzione dalla criminalità e gli affari e segreti dei boss più noti e crudeli. Di questo e di molto altro si occupa Emilia Brandi, classe 1976 giornalista romana, con la trasmissione “Cose Nostre” su Rai 1. 
 
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Se dovesse descrivere il suo programma cosa direbbe?
«Forse è la domanda che mi faccio anche io dall'inizio più spesso e la risposta cambia sempre di volta in volta, perché quando io ho pensato di proporre un programma, ho scritto 20 righe di presentazione ma poi è cambiato da solo in corsa.  Ci sono due modi di fare un programma o scrivere tutto o nulla e lasciare che le cose si scrivano da sole: io ho un’idea, vado sul campo e poi scrivo tutto dopo. Questa è la mia strada, forse è anche più difficile, perché ogni storia è diversa, ma noi abbiamo scelto di essere sempre liberi e siamo cresciuti di edizione in edizione. Ecco questa è una cosa che mi fa molto piacere dire perché la troupe è tutta del centro Rai di Roma, non abbiamo mai avuto una diciamo un format, ma siamo stati lasciati liberi di sperimentare».
 
In tutti questi anni gli ascolti vi hanno sempre premiato. Pur essendo un programma che va in seconda serata inoltrata avete uno share fisso del 10%
«Vero, però mercoledì si cambia! Siamo davvero orgogliosi soprattutto perché Cose nostre doveva avere solo cinque puntate e invece siamo già a cinque stagioni».

 

L’8 luglio è l’ultima puntata, quale sarà il tema e che novità vedremo?
«Innanzitutto il giorno, mercoledì, l’orario, andiamo alle 22.00 dopo Techetechetè, poi la narrazione. Il format resta invariato ma comparirò io in video per spiegare e preparare il pubblico alle storie che vedremo. Mercoledì racconteremo la strage di San Marco in Lamis: il 9 agosto 2017 vennero trovati quattro morti abbandonati davanti alla stazione del paese di San Marco in Lamis, il boss, Mario Luciano Romito e il cognato e due contadini innocenti, inseguiti e freddati senza pietà. Abbiamo cercato di raccontare a come si è potuta arrivare a questa strage che un po’ ha fatto da spartiacque ed ha aperto po' gli occhi dell'opinione pubblica delle dello Stato su questo tipo di fenomeno mafioso nella provincia di Foggia. Noi l’abbiamo ripercorso attraverso la storia e la testimonianza di queste due donne meravigliose Marianna Luciani e Arcangela Luciani le due vedove dei contadini uccisi Luigi e Aurelio».
 
Posto sbagliato momento sbagliato?
«In realtà no, perché loro era esattamente dove dovevano essere. Luigi e Aurelio come ha poi anche detto il procuratore stavano lavorando le loro terre quindi erano esattamente dove dovevano essere, solo che questa è una mafia terribile che non lascia testimoni, il processo è ancora in corso quindi la dinamica ancora non è chiara. Quello che sappiamo è che hanno provato a scappare ma i killer li hanno inseguiti e freddati. Abbiamo cercato di capire cos’è la mafia dei montanari».

 

Il focus di Cose nostre è proprio il racconto
«Per noi è il punto di partenza e ultimamente nel racconto ci siamo focalizzati su chi ha fatto un percorso, in particolare le donne che vivono in questi contesti dove c’è la madre che educa alla vendetta di sangue e quella che salva la famiglia uscendo fuori contro tutto e tutti».
 
Cos’è che le fa accendere la curiosità di raccontare una storia?
«Il bene e il male. Non sono un’esperta dell’antimafia ma ci sono dei racconti che nascono da soli. Leggo, ritaglio, ascolto, oppure ad esempio quando sono andata a Foggia per i Luciani mi hanno raccontato di storie perdute nel tempo. Mi ritengo una privilegiata, quindi quando vado in questi posti tipo Rosarno dove c’è un ospedale nuovo completamente abbandonato, saccheggiato dove vedi che il diritto diventa favore, mi chiedo se fossi cresciuta anch'io in un posto così? Quello che a me ha sempre interessato è la scelta tutta umana che ti fa dire no e ti spinge a cambiare la tua vita».

C'è qualche programma nuovo in vista per lei, o continua a coccolarsi la sua creatura?
«No, no, mi piace il racconto declinato in tutte le forme, se ti dico i file che ho sul mio pc non finiamo più. Spero solo di dare una continuità al programma anche per le prossime stagioni».

Il programma ideato dalla Brandi è curato dalla regia di Raffaele Maiolino, scritto da Vincenza Berti, Federico Lodoli, Carlo Puca e Sergio Leszczynski. Mercoledì 8 luglio l’ultima puntata di Cose Nostre andrà in onda in seconda serata e in edizione speciale.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Giugno 2020, 17:45
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