Montalbano, i nuovi episodi. Zingaretti dirige se stesso: «Il commissario senza più padri? Lo celebro con dolce malinconia»
di Michela Greco
Questi episodi, oltre a recitarli, li ha anche diretti. Com’è andata?
«È stata un’esperienza bella quanto dolorosa, mi chiedevo continuamente cosa avrebbe detto Sironi. Chi mi ha preceduto ha dettato gli stilemi, io, di mio, ci ho messo una malinconica dolcezza».
Qual è stata la cosa più difficile?
«Avevo molta ansia. Ho girato tre film insieme da regista e protagonista senza aver scelto nulla, né cast, né location, e lavoravo 20 ore al giorno. Provavo dolore e, inevitabilmente, anche senso di colpa. Quando sono andato a trovare Alberto, però, mi ha tranquillizzato».
Anni fa aveva abbandonato Montalbano per un periodo.
«Quando decisi di lasciare nel 2008 lo feci per strategia: pensavo si dovesse uscire tra gli applausi. Dopo due anni ci ho ripensato, mi mancava, e la contro-decisione è stata una scommessa vinta: gli applausi non sono mai mancati, anzi sono aumentati».
E ora qual è il futuro di Montalbano?
«Abbiamo già girato anche Il metodo Catalanotti, che andrà in onda l’anno prossimo. Ora voglio celebrare Camilleri con voi e sedermi, far sedimentare tutto e capire se finire qui o chiudere in bellezza con l’ultimo giallo uscito a giugno. Poi ci sarebbe anche il famoso romanzo nel cassetto della Sellerio...».
Non è sicuro di continuare?
«Abbiamo perso tre colonne, ha senso insistere? Potrei scoprire che tornare sul set è troppo doloroso. Intanto sono molto soddisfatto de Il metodo Catalanotti, dove tra l’altro c’è la crisi con Livia».
È felice che Montalbano arrivi al cinema?
«Mi fa piacere ma non mi entusiasma, non ho mai provato un senso di inferiorità rispetto al grande schermo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Febbraio 2020, 08:23
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