Chef Kumalé lascia La prova del cuoco, «prima gli italiani anche in cucina»: dura replica dalla Rai

Chef Kumalé lascia La prova del cuoco, «prima gli italiani anche in cucina»: dura replica dalla Rai
Lo slogan ‘Prima gli italiani’ anche in cucina? La provocazione la lancia Vittorio Castellani, alias Chef Kumalé, che ieri sera in un post su Facebook ha annunciato di aver interrotto la sua collaborazione con la trasmissione La prova del cuoco.

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Dietro la mancata partecipazione al programma di Chef Kumalè ci sarebbe un cambio netto di linea ‘editoriale’ de La prova del cuoco: lo ha spiegato lui stesso nel post scritto nella serata di ieri, poi cancellato dopo le centinaia di commenti lasciate dagli utenti.
«Domattina avrei dovuto tornare a La prova del cuoco su Raiuno - aveva scritto - dopo avermi cercato e voluto, mi hanno detto che la trasmissione preferisce dare spazio al multiregionalismo italiano piuttosto che al multiculturalismo a tavola».



«Non sono preoccupato per me, posso tranquillamente esprimermi altrove e gli spazi non mi mancano - ha precisato poi - Sono preoccupato piuttosto per l’aria asfittica che si respira in questo Paese, per questa forma di povertà culturale, che in modo silente ma sostanziale sta rinforzando sentimenti e scelte che reputo pericolose per la nostra povera Italia». «Anche in cucina oramai mi sembra chiaro il concetto di Solo gli italiani che rappresenta un’estensione dello slogan Prima gli italiani». 

LA RISPOSTA DI RAIUNO Dalla Rai è arrivata una dura replica in una nota ufficiale: «La prova del cuoco è un programma aperto alla conoscenza e alla diffusione televisiva di tutte le cucine del mondo - si legge nel comunicato - Dal 10 settembre sono state presentate molte ricette non tradizionalmente italiane, con piatti e ingredienti dai cinque continuenti e continue contaminazioni culinarie». «Non esiste alcuna selezione o indicazione tematica sulla cucina presentata: qualunque affermazione di questo tipo è da considerarsi falsa». 

IL SECONDO POST Lo stesso chef ha poi corretto il tiro sempre su Facebook poche ore fa: «Come spesso accade su Facebook e nelle arene televisive, le informazioni vengono distorte, amplificate, travisate e quello che sto leggendo sulla Rete non mi piace, perché non rispecchia il mio pensiero.  Ringrazio i tanti colleghi giornalisti che mi hanno cercato in queste ore per chiedermi di commentare una notizia che in realtà si commenta da sola.
Quello che intendo sottolineare è che certe tematiche, quelle relative alle cucine e culture “altre”, rischiano di diventare un tabù, grazie al clima di intolleranza che oramai si respira a piene mani, dal web alla carta stampata, passando dai Social fino alle televisioni
».
 

«Se davvero vi stanno a cuore certe tematiche, quelle che porto avanti dal 1991, allora aprite le vostre testate a questi contenuti, ospitando articoli, reportages e servizi che favoriscano la conoscenza e contrastino pregiudizi e paure. Non dico di affidarli a me, ci sono tanti bravi colleghi che lo possono fare al posto mio e non penso di essere l’unico giornalista in grado di trattare certi argomenti, ma fatelo! Ciò che è accaduto a La Prova del Cuoco è stato solo un episodio dei tanti che mi sono capitati negli ultimi anni e sui quali varrebbe la pena di riflettere»

«Nel nome della tutela del Prodotto Tipico Italiano, dell’identità Nazionale, del Made in Italy, dell’isteria da Km 0 si stanno di fatto chiudendo le porte nei confronti di quel mondo che dovremmo invece conoscere per poterlo comprendere e per poterci dialogare, in modo costruttivo. Io ho scelto la porta del cibo per poterlo fare e continuerò, in direzione ostinata e contraria, come cantava Faber, come ho fatto in questi 27 anni, con o senza La Prova del Cuoco. State sintonizzati!»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Ottobre 2018, 17:16
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