Carosello Carosone, il film su Rai 1. Sibilia: «La sua grande musica ci racconta un pezzo di storia del Paese»

Carosello Carosone, il film su Rai 1. Sibilia: «La sua grande musica ci racconta un pezzo di storia del Paese»

di Michela Greco

È difficile, forse impossibile, trovare qualcuno che non conosca Tu vuo' fa' l'americano, anche tra i più giovani. Eppure probabilmente in pochi conoscono la parabola dell'artista che creò quel brano fortunatissimo. Carosello Carosone diretto da Lucio Pellegrini, il 18 marzo 2021 in onda in prima serata su RaiUno, colma questo vuoto raccontando la vicenda umana e artistica di Renato Carosone (Eduardo Scarpetta).

Dalla formazione al Conservatorio, passando per l'esperienza in Africa, dove conobbe la donna che poi divenne sua moglie (Lita Levidi/Ludovica Martino, star di Skam Italia), fino al successo, anche grazie alle fantasiose contaminazioni con le sonorità con cui era entrato in contatto, che suonava con la complicità del batterista Gegé Di Giacomo (Vincenzo Nemolato).

Con le musiche curate da Stefano Bollani, "Carosello Carosone" è prodotto da Rai Fiction con Groenlandia, la società di Matteo Rovere e Sydney Sibilia. "Carosone è un personaggio che mi emoziona moltissimo. Era un buono, una persona solare, e di questo abbiamo fatto una risorsa. Spesso si pensa che un personaggio con uno spiccato lato oscuro sia più interessante da raccontare, ma non è vero, e l'avventura di Carosone lo dimostra", ha detto Sibilia, regista (della trilogia Smetto quando voglio e di L'incredibile storia dell'isola delle rose) oltre che produttore.

Sibilia, come nei migliori biopic, qui non si racconta solo un personaggio ma anche un'epoca.

Eravamo entusiasti, tra l'altro, anche di affrontare una parte della nostra storia poco raccontata come il colonialismo italiano.

La condanna nel film c'è, ma gli sceneggiatori sono stati bravi a tenerla sfumata: ci siamo sforzati di raccontare quel periodo per come l'aveva vissuto Carosone, quindi soprattutto dal punto di vista musicale. Per noi è stata una sfida anche la ricostruzione degli ambienti, visto che tutto è stato girato a Roma, non potendo muoverci molto a causa del Covid.

Che impatto ha avuto la pandemia sul vostro lavoro?

Non si possono fermare le storie. Ci siamo organizzati con un protocollo Covid molto rigido ma che funziona benissimo. In questo periodo c'è tanto bisogno di storie proprio perché la gente sta molto a casa e vuole essere intrattenuta.

Di recente avete creato Lynn, una divisione dedicata ai progetti a regia femminile.

Sì, abbiamo deciso che la sceneggiatura di una donna magari la leggiamo due volte. Visto che storicamente c'è sempre stata una sproporzione enorme tra registi uomini e registe donne, Lynn è pensata come una compensazione. A lungo si è pensato che le donne potessero fare solo le attrici e non le sceneggiatrici o le registe, e non si capisce perché.

Quando avete iniziato, lei e Rovere eravate molto giovani. Quanto è cambiato il cinema italiano da allora?

Rispetto a 10 anni fa il mercato si è espanso, c'è più spazio e molta più libertà. Siamo in un bellissimo momento per gli autori: oggi si possono raccontare storie che 10 anni difficilmente sarebbero state finanziate.

Il suo prossimo passo da regista?

Ho scritto un altro film e spero di tornare presto sul set, ma non posso dire altro.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Marzo 2021, 09:52
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