Carlo Verdone a "Domenica In": «Quel giorno sul set ho perso la fede di mio padre...»

Carlo Verdone, sugli schermi Prime Video con "Vita da Carlo", ospite del programma di Mara Venier su RaiUno

Carlo Verdone a "Domenica In": «Quel giorno sul set ho perso la fede di mio padre...»

Carlo Verdone ospite di Mara Venier a Domenica In su RaiUno. Carlo Verdone è protagonista di una serie sulla sua vita sul canale streaming Prime Video, “Vita da Carlo”: «Il racconto parte - ha svelato l'attore - da quando mi hanno chiesto di candidarmi a Sindaco di Roma»

Carlo Verdone di Mara Venier a "Domenica In"

Carlo Verdone ospite di Mara Venier a Domenica In su RaiUno. Carlo Verdone ha parlato dell’operazione alle anche a cui si è recentemente sottoposto, che gli ha permesso di continuare a vivere senza dolori: «Per addormentarmi la notte – ha spiegato alla Venier – ascolto in cuffia musica classica, La quinta o la nona di Mahler, melodie che ti accarezzano l’anima. Spesso però mi sveglio alle 4 d'improvviso perché è andato via Mahler e sono arrivati i Rolling Stones…  In caso di pensieri si prende anche un leggero ansiolitico, li usano tutti, io li uso ormai solo quando sono in viaggio. Ho abusato di antidolorifici quando sono stato operato alle anche, le ho ricostruite. Sono tutto finto, in aeroporto è un problema perché suona tutto… A volte devo calare le mutande per far vedere le cicatrici.  L’operazione ha cambiato la mia vita, dopo pochi giorni camminavo. Per sette o otto anni è stato drammatico, finalmente è passato».

Carlo Verdone a breve sarà protagonista di una serie su di lui su Prime Video, “Vita da Carlo”, una serie in dieci episodi  su Prime video: «In parte è una storia vera, in alcuni tratti è invece inventato, diciamo il rapporto è quaranta a sessanta. E' la storia di un uomo di successo e il rovescio della medaglia, sono molto disponibile con tutti e questo è noto, faccio molto favori e sono aperto soprattutto con i fan, che ultimamente non mi chiedono selfie ma veri e propri video in cui loro sono registi. La sera poi ti chiedi cosa ti sei concesso… Io per esempio fuggo da Roma e me ne vado in campagna, dove non ci sono telefoni e pressione ma soli amici molto discreti.

Il mio libro l’ho scritto quasi tutto li, in Sabina».

Carlo Verdone ha parlato anche del rapporto con i figli: «Mia figlia si è un po’ risentita per come viene descritta col fidanzato nella serie, è finzione. Mio figlio Paolo ha l’amore per la musica, da piccolo amava la solitudine e aveva alcune paure strane. Era come se cercasse qualcosa. Aveva bisogno di relax e un giorno mi ha visto con una chitarra, l’ha presa e ha accennato un pezzo di Jimi Hendrix. Ha cominciato a prendere lezioni e dopo 8 mesi il maestro si è presentato a casa mia con un video in cui c’era una sua esibizione che mi ha lasciato a bocca aperta. Io suono da una vita e non ci riesco. Ha un lavoro ma è anche un bluesman, il nostro rapporto è cambiato e ora siamo amici».

Dato il suo successo, anni fa gli hanno chiesto di diventare Sindaco di Roma: «Circa sette anni fa è uscito un sondaggio su un quotidiano in cui ero risultato il Sindaco più amato d’Italia. Sono venuti con questi dati e mi hanno chiesto di candidarmi. Io ho fatto presente che di lavoro faccio altro, ma hanno cercato in tuti i modi di convincermi. “Mai nella vita” gli ho risposto, perché ho passione per la città ma non preparazione, poi avrei gettato al vento la mia carriera. Da questa situazione qui però abbiamo deciso di iniziare la serie su Prime, romanzandoci sopra…».

Carlo Verdone porta sempre una fede al suo dito: «Il giorno più triste della mia vita è stato quando mio padre ci ha lasciato. Io stavo girando un film e sono corso in clinica. Nel momento in cui è venuto a mancare io ho preso la sua fede e l’ho messa all’anulare. Durante il film “Benedetta follia” con la Pastorelli giravamo una scena con il mare mosso. Un’onda mi ha travolto e portato via occhiali di scena e la fede. Sono caduto in depressione, ho chiesto a tutti di aiutarmi e sono arrivate anche alcune persone con i metal detector, ma senza ottenere risultati. Ho comunicato la cosa alla mia famiglia. Dopo una settimana mia figlia mi ha lasciato a casa un pacchetto, dentro c’era una fede uguale a quella scomparsa con scritto: “Loro da lassù, noi da quaggiù”.  Ha voluto lenire il mio dolore. Questo pensiero mi ha ridato il sorriso. E’ stato bello e mi sono commosso».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Novembre 2021, 17:18
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