Black Sails 3, il finale: la parola alla piratessa Clare Paget
di Alessandra De Tommasi
Quant’è dura la vita da piratessa?
A me piace: anche se indosso volentieri abiti femminili ho l’animo del maschiaccio, adoro gli sport e il rock, sono tosta.
E se arrivasse un altro pirata donna?
Sarei gelosissima! (Ride) Forse succederà e la solidarietà ‘rosa’ potrebbe piacermi fuori dal set, visto che il cast vive in simbiosi in Sud Africa durante le riprese. Toby Stephens e Zach McGowan (Flint e Vane, ndr.), i miei migliori amici, li vorrei come padrini dei miei futuri figli!
Chi sono i pirati oggi?
Forse i motociclisti o personaggi immortali come Lemmy, il mio idolo scomparso da poco: ho partecipato ad un tributo di 12 ore con le mie t-shirt del suo gruppo, i Motorhead, di quelle vecchio stile comprate a Camden a Londra.
Come gestisce la fama?
Per sei mesi l’anno torno bionda, il mio colore naturale, e torno in incognito.
Niente cappello?
No, quello solo in camera da letto (ride). Un giorno l’ho messo in testa per gioco sul set mentre imitavo una posa da spaghetti western e l’idea è piaciuta a tal punto che è diventato il suo tratto distintivo.
Cos’altro invidia al suo look?
I corsetti no di certo, ma gli stivali sono davvero cool e anche le collane, d’altronde ho sempre portato gioielli simili ai suoi, con tanti ciondoli collezionati nei viaggi durante gli anni.
Cosa fanno i pirati nel tempo libero?
Bevono rum, ovviamente! Scherzi a parte, ce ne andiamo in giro per safari fuori Cape Town o in spiaggia anche d’inverno, il che è buffo per un’inglese come me abituata al freddo gelido tutto l’anno.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Marzo 2016, 10:59
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