Balistreri: «Da Loretta Goggi terrorizzata a Cavallo Pazzo, la mia vita da direttore di scena a Sanremo»

Balistreri: «Da Loretta Goggi terrorizzata a Cavallo Pazzo, la mia vita da direttore di scena a Sanremo»

di Totò Rizzo

«Loretta era terrorizzata. Edoardo De Crescenzo aveva appena finito di cantare “Ancora” e l’Ariston era esploso in un applauso che non finiva più. Poi era il suo turno, con “Maledetta primavera”. Ma lei era lì, bloccata dalla paura. Così, quando Claudio Cecchetto la annunciò, le diedi una leggera spinta, la Goggi si trovò in palcoscenico e il panico svanì». Ne avrebbe a decine di aneddoti da raccontare, Pippo Balistreri, da quel 1981 che segnò il suo esordio da direttore di scena del Festival della Canzone Italiana. Ancora oggi, a 70 anni, dopo 40 edizioni, è lì a coordinare, a capo di una ciurma di 20 persone, quell’infernale crocevia scenotecnico che si trasforma per cinque sere nella favola musicale del Paese. «Qui la tensione c’è per tutti, professionisti navigati e nuove leve. Gente come Morandi, Ranieri, la Zanicchi la sa dissimulare, i ragazzi sono più emozionati. Soprattutto per l’esibirsi con l’orchestra. Dopo la prima prova, ne ho visti più di uno con gli occhi lucidi».
A Sanremo il direttore di scena è spesso quello che mette una pezza agli imprevisti. «Ricordo la sortita di Cavallo Pazzo nel ’92. La Questura ci aveva dato una sua foto semmai si fosse presentato all’ingresso artisti. Ma lui si procurò un biglietto di terza fila, balzò su una delle casse del monitoraggio sotto il palco e si fiondò su Baudo. Mi presi un pugno per portarlo fuori». Oppure quella volta di Pino Pagano, il disoccupato che minacciò di gettarsi dalla galleria. «Quando Baudo riuscì a farlo desistere lo accompagnammo in un ufficio del teatro. Pippo chiese: “Vi trovate qualcosa in tasca?”. Io avevo 500 mila lire e gliele porsi. Lui le diede a Pagano. Ci ho sempre riso su, ma quei soldi non li ho più visti».
Tra superstar e superospiti, Balistreri promuove Ray Charles e boccia i Dire Straits. «Charles cantò in abbinata con Cutugno e fu un esempio di quanto i veri grandi siano umili.

La band inglese fece capricci per entrare in scena, erano tutti un po’ alticci». E i conduttori? «Da SuperPippo abbiamo imparato tutti, ci ha insegnato soprattutto i tempi dello show. I due cantanti, Baglioni e Morandi, hanno rinfrescato le scelte musicali. Amadeus è un grande, infaticabile e, come suo compare Fiorello, una ne pensa e cento ne fa».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Gennaio 2022, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA