Talk show, la politica entra nel vivo e scalda gli ascolti tv. Da Porro a Formigli: «Merito dei volti nuovi»

La politica entra nel vivo e scalda gli ascolti tv. Da Porro a Formigli: «Merito dei volti nuovi»

di Marco Castoro
Talk politici, crepuscolo o rinascita? A guardare gli ultimi ascolti il genere tv sembrerebbe in ripresa. È vera gloria? O forse la ripresa è figlia della situazione politica e della campagna elettorale in vista delle Europee che potrebbero essere epocali? Chi punta l'indice parla di pollaio, risse, stessi ospiti e medesimi argomenti: in pratica i talk sono tutti uguali. Carlo Freccero ha sottolineato che le cose non vengono spiegate alla gente e non si può ridurre una nazione come fosse un'azienda. «I talk stanno vivendo un momento molto caldo sostiene Nicola Porro - Televisivamente parlando ci sono personaggi fantastici. La politica è accesa. È ovvio che c'è stato un cambio di attori, quindi i nuovi non sono usurati. Fino a poco tempo fa la somma degli ascolti in una serata era 8-9%, oggi si arriva al 12-13%. Chi avrebbe mai pensato che un talk su Rete4 arrivasse a una media del 5%, come ha fatto Quarta Repubblica nella serata di Montalbano?».
Sulla stessa lunghezza d'onda Corrado Formigli: «Piazza Pulita è tra quelli cresciuti di più, con scoop che hanno fatto il giro del mondo. La nostra ricetta è mischiare il talk con le inchieste. Questo è il momento in cui c'è voglia di capire la politica. Quando c'è tensione i talk risalgono».
«Quando c'è una grossa notizia la formula è solo una spiega Maria Latella de L'Intervista su SkyTg24 fare domande sul tema e sentire cosa dice l'interlocutore. Quando non c'è notizia è più complicato tenere tutta una sera». Per Maurizio Costanzo il talk non è in crisi. E se lo dice lui che l'ha inventato: «Porta la politica più vicina alla platea. Il mio preferito è Floris. Anche se Giletti ha fatto una bellissima intervista a Salvini. Bisogna solo evitare l'eccesso di rissa». Vabbe', però se inviti Sgarbi «Non è così ribatte Porro - certo se lo metti in una situazione in cui vuol cercare la rissa diventa incontrollabile. Del resto, siamo una società rissosa e non si può pretendere di avere una tv per principini. Il talk è anche show, non va dimenticato».
Costanzo dice che Floris è il numero uno ma tutti quegli applausi in studio fanno sì che la torta sia senza ciliegina. «Li abbiamo ridotti più del 25%», replica il conduttore di diMartedì. «Da noi a Povera Patria diciamo di non farli sottolinea Annalisa Bruchi - Non è bello quando sei servizio pubblico. L'applauso ti aiuta perché scalda e non fa sembrare fredda la parola, ma la nostra è una scelta di stile. Noi per pubblico abbiamo gli studenti universitari». Un altro tema sono gli ospiti, sempre gli stessi che si spostano da uno studio a un altro dicendo sempre le medesime cose. «Importante è dire cose giuste e saperle comunicare dice la Bruchi - I vicepremier sono due numeri 1 della comunicazione. Prima c'erano i tuttologi, oggi ci sono gli specializzati, dell'economia, della sicurezza».
«Stesse facce? La classe politica produce questo - sentenzia Formigli - I leader sono Salvini, Di Maio e ora aspettiamo quello del Pd. Anche se Salvini non viene a Piazza Pulita da un anno e mezzo e Di Maio è venuto dopo un secolo. Salvini lo invito tutte le settimane. È andato ovunque, da noi no. Colgo l'occasione di Leggo per invitarlo».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Febbraio 2019, 08:48
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