Alberto Angela: «Quanti viaggi con mio padre Piero, ma abbiamo rischiato di morire»

Alberto Angela: «Quanti viaggi con mio padre Piero, ma abbiamo rischiato di morire»
Alberto Angela sempre più infaticabile: il popolare conduttore e divulgatore scientifico, infatti, sta triplicando i suoi impegni, televisivi e non. Dopo le ultime quattro puntate di Ulisse, che si sono concluse sabato scorso, nei prossimi mesi, lo vedremo protagonista di nuovi programmi televisivi: sono in corso di registrazione i nuovi speciali di Meraviglie, la rubrica dedicata al patrimonio artistico e culturale italiano, poi toccherà a Passaggio a Nord-Ovest, Superquark, Stanotte a... e il ritorno di Ulisse.

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Alberto Angela, che ha anche scritto un libro su Cleopatra in uscita nei prossimi giorni, a Tv Sorrisi e Canzoni ha innanzitutto illustrato la peculiarità di Meraviglie: «Il viaggio nelle meraviglie d'Italia continua, possiamo vantare capolavori che lasciano a bocca aperta e dimostrano quanto la nostra cultura vada assolutamente tutelata. Le prossime mete saranno, tra le altre, la Costiera Amalfitana, la Sardegna, la Val di Noto e Urbino. Le riprese andranno avanti fino a Natale».



Alberto Angela, figlio d'arte, insieme a papà Piero ha vissuto tantissime avventure e viaggi intorno al mondo. Alcuni, gli resteranno dentro per sempre, ma per motivi diversi: ci sono viaggi che hanno apportato scoperte e nuove conoscenze assolutamente irripetibili, e altri in cui padre e figlio hanno addirittura rischiato la vita. Quando Alberto aveva appena 14 anni, era partito insieme al padre in Asia, per visitare il Ladakh, in India: «Avevamo affittato un vecchio torpedone scassato e ricordo che l’autista piegava sempre mentre guidava su questi sentieri sterrati a strapiombo. Ma in India era una cosa normale».

Nulla, però, in confronto ad altre esperienze, ancora più rischiose. «Siamo andati in Indonesia, nel 1977, a visitare un’isoletta che si chiama Nias, dove c’era una tribù di ex tagliatori di teste. Ci siamo arrivati con un giorno e una notte di navigazione a bordo di un vecchio cargo senza radio, senza scialuppe, senza niente» - racconta Alberto Angela a Tv Sorrisi e Canzoni - «Durante il viaggio di ritorno abbiamo preso una forte tempesta: ho pensato che saremmo affondati, che saremmo morti. Nessuno ci avrebbe più trovato. Il comandante me lo ricordo sotto la pioggia, al buio, che studiava una cartina tutta strappata, cercando di ricomporla come fosse un puzzle».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Novembre 2018, 15:28
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