Teatro, ecco le donne per l'eliminazione del maschio: lo show di Giulia Trippetta dove anche il pubblico in sala viene diviso per sesso

Teatro, ecco le donne per l'eliminazione del maschio: lo show di Giulia Trippetta dove anche il pubblico in sala viene diviso per sesso
Un mondo senza uomini. E’ il progetto delle ragazze “Spem” che si sono organizzate nella “Società per l’eliminazione del maschio” per arrivare nei teatri, dove il pubblico inaspettatamente viene separato per genere, diviso da quell’appartenenza di nascita consolidata dall’educazione. Una conferenza-show che si consuma in un contesto indefinito, dove l’unica certezza è l’imminenza dell’esperimento numero zero e quindi della fine dei soprusi sulle donne.
Perseguendo l’assurdo, Giulia Trippetta (attrice diplomata all’Accademia nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”) vuole condividere spunti di riflessione su temi di grande attualità, nello specifico quello della condizione della donna non solo nel passato (come anche nella sua recente interpretazione della Beata Angelina in occasione del Convegno “Donne di potere tra il Medioevo e l’Età Moderna”, seguito con particolare cura dalla comunicatrice Livia Di Schino).
Per lei la creatività, uno degli strumenti cardine nella valigia dell’attore, si pone tra finzione scenica e autenticità personale, in quel dilemma che potrebbe essere visto come l’affascinante paradosso del teatro e che per Giulia si nutre di quanto appreso da uno dei suoi insegnanti, il regista Lorenzo Salveti. “Nessuno può dire ad altri chi essere e tantomeno a cosa aspirare. Un vero maestro – chiarisce Giulia - può solo sostenerti nella scoperta”.
E a volte le scoperte sono casuali. E Giulia lo ha sperimentato sulla propria pelle nell’incontro con Scum, manifesto femminista di Valerie Solinas. Una “folgorazione” avvenuta nel corso della lettura di alcuni passaggi al Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, che l’ha portata con la sua collega di studi e di palco Cristina Pelliccia a trarne spunto per scrivere una libera interpretazione dal titolo “Spem”, che ha vinto nel 2015 il premio Claudio Abbando. Così la decisione di proporre quelle ragazze dall’impersonale viso bianco e dall’anonimo abbigliamento nero al pubblico e l’opportunità di essere inseriti nella stagione teatrale del Teatro dell’Orologio di Roma. “Compagni in questa importante avventura – racconta Giulia - sono stati Verdiana Costanzo, Luigi Biava, Elena Crucianelli, Bianca Friscelli e Stefano Guerrieri. A loro va il mio grazie”.
Ma il filone delle donne non esaurisce lo spirito creativo di Giulia, a questo si va ad aggiungere quello più recente della territorialità. “Ho vissuto sulla mia pelle cosa significa arrivare da un piccolo centro umbro in città, prima a Perugia per studio e poi a Roma per lavoro. Ma, da punto di debolezza – spiega l’attrice - le mie origini sono diventate un punto di forza. So da dove vengo e quindi conosco a quali orizzonti tendere”.
Forte anche della conferma che ha avuto a Milano su questo argomento, che le ha permesso di vincere nel 2016 il premio Hystrio, Giulia aggiunge: “Per me è stata una grandissima soddisfazione perché in quell’ambiente così chic sono riuscita a portare tutta me stessa e sono stata compresa”. Prossimamente, infatti, Giulia presenterà prima a Roma e nei mesi successivi a Modena una decina di monologhi in lingua dialettale che assumeranno i sapori intensi e la molteplicità dei colori d’Italia.
In questo mese di ottobre sarà di nuovo a Milano, stavolta al Piccolo, con Arturo Cirillo per portare in scena “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello, con la regia di Mario Scandale.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Ottobre 2018, 12:06
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