Uno «Schiaccianoci» siciliano: al Massimo di Palermo in scena la fiaba sulle punte tra cannoli e frutta martorana

Uno «Schiaccianoci» siciliano: al Massimo di Palermo in scena la fiaba sulle punte tra cannoli e frutta martorana

di Totò Rizzo

Sarà pure uno dei classici di Natale, sarà il cavallo di battaglia, in queste serate che precedono la Grande Festa, dei teatri lirici e delle compagnie di danza ma forse uno “Schiaccianoci” in versione siciliana non si era mai visto. Lo propone da venerdì 16 dicembre il Teatro Massimo di Palermo che ha inserito uno dei più celebri titoli del balletto ottocentesco (che Ciajkovskij musicò sulle pagine di E.T.A. Hoffmann) nel suo cartellone 2022-’23 ma “adattandolo” per le strade e i vicoli del capoluogo siciliano.

Fautori dell’ardita rivisitazione della fiaba natalizia sulle punte sono i coreografi Jean-Sébastien Colau e Vincenzo Veneruso; sul podio, a dirigere l’Orchestra e il Coro di Voci Bianche del teatro, ci sarà Ido Arad (che nella scorsa stagione prese la bacchetta per “Romeo e Giulietta” di Prokofiev), su scene di Renzo Milan e con i costumi di Cécile Flamand.

Stavolta i personaggi non sono più Marie e lo Schiaccianoci, ma Maria e Dario, un ambulante palermitano che vende castagne e frutta secca insieme al fratello Pietro lungo i marciapiedi del capoluogo siciliano. Pietro subirà l’incantesimo del Re dei Topi restando intrappolato nel guscio di legno del pupazzo Schiaccianoci, impotente ad interagire col mondo e in questa sua solitudine i due coreografi hanno voluto rispecchiare l’isolamento spesso volontario nel quale i ragazzi di oggi si chiudono. Dunque, un mix di fiaba e di tema sociale ancor più sottolineato dal clima, dall’atmosfera, dai luoghi scintillanti della festa messi a confronto con quelli del mondo esterno dove il Natale è un giorno come gli altri, un microcosmo di ragazzi ai margini costretti a sopravvivere anziché esseri liberi di vivere, i cui sogni si scontrano con una realtà di quotidiana violenza e necessità di autodifesa, che è quella di molte periferie cittadine.

Anche il Re dei Topi non sarà quel cattivo secondo tradizione che il balletto di Ciajkovskij ci ha fatto conoscere: è quasi un emarginato, un frustrato e dunque un arrabbiato che avrà però occasione, come tutti gli altri personaggi, di riscattarsi. Insomma, la bellezza salverà tutti e, assicurano gli artefici della serata, non sarà minimamente scalfito il tono festoso del balletto, nonostante le sue retro-letture buie e paurose come per ogni fiaba che si rispetti.

Sotto i riflettori sfileranno luoghi e oggetti della palermitanità popolare, pietanze e piatti della tradizione gastronomica compresi: si scoprirà ad esempio che il Re dei Topi è ghiotto di pasta con le sarde, saranno i dolci – dalla cassata ai cannoli, dalla frutta di martorana alla torta Setteveli – a liberare Pietro dall’incantesimo che lo costringe dentro lo Schiaccianoci, faranno irruzione chef e pasticceri e anche le suore del Convento di Santa Caterina (che sarà ricostruito sul palcoscenico insieme ad altri squarci celebri della città) secolari custodi di prelibatezze dolciarie. Insomma, un gioco nel gioco: senza dimenticare che, come in tutti i giochi, ci si diverte ma si può anche riflettere.

A danzare, il Corpo di Ballo del Teatro Massimo, e tra loro quattro coppie di solisti che si alterneranno nel ruolo dei due protagonisti, Maria e Dario, nel corso delle repliche: Carla Mammo Zagarella e Alessandro Cascioli; Giorgia Leonardi e Michele Morelli; Martina Pasinotti, e Diego Mulone; Linda Messina e Alessandro Casà.

“Schiaccianoci” verrà replicato fino al 23 dicembre. E per chi non è a Palermo la “prima” di venerdì 16 sarà trasmessa in streaming alle 20 sulla web tv del Teatro Massimo (www.teatromassimo.it) diretta da Gery Palazzotto, regia di Antonio Di Giovanni, editing Davide Vallone.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Dicembre 2022, 19:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA