Romeo l'ultrà e Giulietta l'irriducibile, ora Shakespeare va in Curva

Romeo l'ultrà e Giulietta l'irriducibile, ora Shakespeare va in Curva

di Valentina Venturi
Montecchi e Capuleti traslocano in Curva per Romeo l’ultrà e Giulietta l’irriducibile, spettacolo scritto e diretto da Gianni Clementi

Una storia d’amore e violenza?
«Proprio come la racconta Shakespeare. Di diverso ci sono i luoghi, le ragioni della rivalità familiare e la sdrammatizzazione del dramma». 

Dov’è ambientata la sua tragedia?
«In una Roma periferica, dove i ragazzi guardano alla domenica calcistica, alla fede sportiva, come fosse il fine ultimo della loro esistenza».

L’idea?
«Quella di scrivere un’opera antiviolenta sul mondo del calcio e dall’ambizione di poter invitare ad una riflessione sulla degenerazione del tifo». 

Perché l’ha scritta in versi?
«Quella tra Ultrà e Irriducibili è una storia coatta, i personaggi dovevano parlare con un linguaggio decisamente popolare, come allo stadio. E in più con le quartine evito di scadere nella recita scolastica».

Nei suoi testi usa tanto romanesco, perché? 
«Per sdoganare il romano nella drammaturgia. Se utilizzato nel modo giusto, non ha nulla da invidiare al napoletano, al veneto o al siciliano. Invece quasi sempre viene sfruttato in modo becero».

Fede calcistica?
«Romanista fino al midollo. Mio padre mi portava sempre in Curva a vedere il derby».

Se fosse un personaggio teatrale, Francesco Totti chi sarebbe?
«Rugantino, per la sua aria da guascone, la spavalderia e la sua profonda romanità. Totti è l’ambasciatore di Roma nel mondo».

Romeo l’ultrà e Giulietta l’irriducibile, fino al 5/05 al teatro Sala Umberto, via della Mercede 50, rOMA bigl. 17-26 euro, 06.6794753
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2019, 09:04
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