Nathaly Caldonazzo: «Sfera Ebbasta e i Ferragnez fanno male ai nostri figli»

Nathaly Caldonazzo: «Sfera Ebbasta e i Ferragnez fanno male ai nostri figli»

di Paolo Travisi
Per Nathaly Caldonazzo il teatro è la passione più grande. L'esordio come attrice al cinema, nel cult Fratelli d'Italia, poi il debutto sul palcoscenico del Bagaglino e tanta tv. Ma per l'attrice romana, il mestiere si vive e s'impara a teatro, dove la ritroviamo nella commedia Baciami James (Teatro Ghione dal 15 al 20 gennaio): tenerezza e malinconia tra un uomo e una donna alla ricerca di un rapporto autentico.
 
 


Che donna porta in scena?
«Brillante ma con un matrimonio stanco, che la spinge a cambiare personalità. Anch'io detesto la pesantezza in un rapporto e cerco di fuggire dalla noia, in favore della positività».
Nella sua carriera, molto teatro. Cosa le piace?
«L'impegno che c'è dietro, mi piace il fatto che sia un mestiere vero in cui puoi entrare in molti personaggi. E vorrei scrivere qualcosa per il teatro».
Gli anni giovanili al Bagaglino, come li ricorda?
«È stato la mia università, dove ho imparato a stare sul palco, grazie agli insegnamenti di grandi comici, come Leo Gullotta e Oreste Lionello».
Prima del teatro, il cinema, ma forse non era la sua strada?
«Pino Quartullo vedeva in me la Monica Vitti del futuro e mi convinse a fare teatro, dove mi sono gettata con passione. Il cinema mi piace molto, infatti ho finito di girare Letto n.6, un horror prodotto dai Manetti Bros.».
Lei fu l'ultima compagna di Massimo Troisi. Un insegnamento che conserva?
«Non aveva la frenesia di recitare per forza o fare film. Mi ha trasmesso la cura nello scegliere i progetti da portare avanti».
Su Facebook, ha postato una foto di Sfera Ebbasta con la scritta esempio deleterio. Che intendeva dire?
«Quando vedo mia figlia di 14 anni in camera, a sentire queste canzoni che parlano di droga, escort e soldi facili, da madre mi verrebbe di censurare. Non sono d'accordo neanche con Fedez e Chiara Ferragni, con la loro ossessione verso gli abiti firmati: è come dire a un ragazzo se non puoi comprarli non vali nulla. È musica deprimente, per i nostri figli servono impegno e serietà».
Ha scritto un post critico sulla Giornata contro la violenza sulle donne. Perché?
«La giustizia è troppo lenta, ma le donne vittime di violenza devono avere il coraggio di denunciare sempre. Parlando con mia figlia, il fatto positivo è che tra i giovani c'è molta attenzione su questo tema».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Gennaio 2019, 10:19
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