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La sua vita era stata segnata dalla guerra fin da giovane quando, dopo aver partecipato alla campagna di Grecia, fu fatto prigioniero dai fascisti e internato nei campi di prigionia di Beniaminovo, Sandbostel e Wietzendorf. Fu proprio qui, durante i duri mesi nei lager, che Tedeschi conobbe il teatro, recitando per la prima volta per i detenuti l’Enrico IV di Pirandello. Dopo l’incontro con Strehler, avvenuto in occasione della sua laurea all’Accademia, Tedeschi si dedicò esclusivamente al palcoscenico, recitando anche in Russia e negli Stati Uniti, e spopolando in coppia con Renato Rascel. Nei primi anni Sessanta approdò in Rai, dove prese parte a tutti i più grandi sceneggiati dell’epoca, da Delitto e castigo a I gabbiani, cimentandosi anche nel varietà di Antonello Falqui (Eva ed io). Mentre negli anni Settanta inizia la sua collaborazione con la Sperlari, è la radio a intercettarne il grande talento di attore drammatico dotato di una fortissima vena brillante: del 1973 è la partecipazione a Gran Varietà, condotto da Raffaella Carera, nel quale l’attore brizzolato rivestiva il ruolo del raffinato, e incomprensibile, “Conversatore della domenica”.
Attivo a teatro per tutto il corso degli anni 2000 (nel 2011 è premio Ubu come miglior attore per La compagnia degli uomini, regia di Luca Ronconi), Tedeschi al cinema fu più famoso come doppiatore (Walter Matthau, Michael Simon, Boyer) che come attore: all’attivo ha una quarantina di film, tra cui Il federale di Luciano Salce e Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli, con un’ultima apparizione sul set nel 2013, per Viva la libertà di Roberto Andò.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Febbraio 2023, 15:50
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