Monica Guerritore: «Voglio aprire al teatro le porte della tv»

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di Marco Castoro
Monica Guerritore durante l'emergenza Covid ha rivolto un appello scrivendo una lettera aperta al premier Conte: «Presidente, i teatri resteranno chiusi per un intervallo troppo lungo, le chiedo di prendere in considerazione una possibilità che potrebbe coinvolgere la Rai. Che sia la televisione pubblica il luogo della Cultura, a portare il Teatro al pubblico che non può andare a teatro. Gli spettacoli sono tutti pronti aspettano solo di essere messi in scena e rappresentati. Abbiamo bisogno della disponibilità di studi dove allestire le nostre scenografie». Nell'audizione di lunedì del ministro Franceschini il senatore Pd Francesco Verducci, vicepresidente commissione Cultura, sembra sposare l’appello della Guerritore: «Facciamo della Rai il motore strategico della produzione culturale italiana, per la musica, per l'audiovisivo, per lo spettacolo dal vivo, per l'arte».

Monica Guerritore, qualcosa si sta muovendo…
«Sì. La funzione sociale del teatro e la crescita culturale del nostro Paese cominciano ad entrare nel dibattito politico. Questa tragedia che abbiamo vissuto diventa un’occasione per ridare energia e forza a un mondo, quello del teatro, al quale via via era stata tagliata l’aria. Sempre meno aiuti, meno attenzione e rispetto. Ora è il momento per creare qualcosa di nuovo e lavorare su ciò che si fa in tutto il mondo: riadattare i testi teatrali per il cinema, le serie tv. Io faccio Macbeth e loro lo adattano e diventa House of Cards. Questo è una bellissima occasione per la nostra produzione televisiva». 

Da dove si comincia?
«Dal racconto. L’unica cosa che conta. E si creeranno opportunità per nuovi talenti: autori, scrittori, sceneggiatori, drammaturgi, dialoghisti lavoreranno sui testi, direttori della fotografia e tecnici di audiovisivo affiancheranno i tecnici del teatro, interpreti teatrali porteranno il lavoro di approfondimento tutti insieme per creare una forma nuova. È il futuro».

Ma il teatro in tv fa ascolti bassi.
«Perché quando Piero Angela fa un programma su Caravaggio è seguito da 7 milioni di persone e invece alcune fiction si fermano a 2 milioni».

Anche Montalbano fa 7 milioni…
«Appunto! Montalbano è Camilleri. Un uomo di teatro. La cultura è popolare, è un dialogo con il pubblico altrimenti non c'è comunicazione. Omero, Dante scrivevano con il linguaggio del popolo. Il problema è stato identificare la parola Cultura con “materia per pochi eletti” e lasciar fuori il popolo per il quale la Cultura ha la funzione, il significato, di “crescita sociale”».

La Rai come ha risposto?
«Ho incontrato Salini. Il primo progetto è pronto, ora bisogna renderlo operativo ma non è facile in un momento in cui mancano i fondi, la raccolta pubblicitaria è scesa. Ma stiamo finalmente abbattendo quel muro che teneva separato il mondo teatrale, i suoi interpreti, i registi, gli scrittori dal mondo della televisione (e spero anche del cinema). Sabato su Rai 5 c’è Scene da un matrimonio. Anatomia della fine di un grande amore. È la dimostrazione di come un grande autore lavorasse per il pubblico. Scriveva “devo essere molto chiaro, devono capire ciò che dico”. E ne ha fatto una serie televisiva, un testo teatrale, un film».

Che cosa dire ai lavoratori del teatro in questo momento difficile?
«Bisogna essere presenti, stando in tv, nelle piazze, prepararsi a più eventi con meno pubblico. Invece di fare uno spettacolo per 600 persone, ne fai due per 200. E parte dell'incasso lo devolvi ai compagni che sono a casa. Dobbiamo fare della cultura il motore della società. Vorrei i teatri aperti al mattino e far lezione ai ragazzi in platea».

Ma il Teatro nelle piazze, no?
«Ci vorrebbe più elasticità nei permessi. Io il 15 avrei fatto un flashmob teatrale nelle piazze di Roma e mi sono dovuta fermare perché l’iter è lungo, ci sono dei problemi di sicurezza. Ve lo immaginate La scoperta dell’America di Pascarella a Testaccio, Trilussa a piazza Trilussa, io avrei detto Dante a Santa Maria Maggiore? I racconti sono del popolo e devono arrivare al pubblico aprendo i recinti di cinema, teatro, tv».
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Giugno 2020, 17:05
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