Gaetano e la ribellione alla sua prigione di tutti i giorni per essere "Cosìcomè"

Gaetano e la ribellione alla sua prigione di tutti i giorni per essere "Cosìcomè"

di Rita Vecchio

Gaetano vive in una sorta di stanza-prigione fatta di tubi Dalmine, intorno a lui frammenti di specchi come a volerne riflettere tante identità.
Ma Gaetano di identità ne vuole una, ne rivendica una soltanto, vuole essere accettato "Cosìcomè", vuole uscire da quei pochi metri quadri in cui si sente recluso. Ed è per questo che si sbraccia, si tende, quasi danza, per gridare la sua verità.


La scena l'ha pensata Vincenzo Pirrotta (affidandola poi a Marianna Antonelli che ha realizzato un lavoro collettivo con gli allievi della Cattedra di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Napoli), regista di Gaetano Cosìcomè, la nuova fatica per le scene del giornalista Salvatore Rizzo che debutta giovedì 12 gennaio al Ridotto del Mercadante per la stagione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale che lo produce.
Protagonista è l'attore palermitano Filippo Luna (nella foto) che di Rizzo ha già interpretato Le mille bolle blu e Se' nùmmari (anche questo diretto spettacolo da Pirrotta per lo Stabile di Catania). Repliche partenopee fino al 22 gennaio.


«In questa stanza spiega Pirrotta Gaetano si confronta con i suoi demoni che sono familiari, parenti, vicini di casa che lo vogliono soltanto come loro lo hanno visto, come lo hanno immaginato.

E invece Gaetano vuole sconfiggerli, questi demoni, vuole abbatterli questi stereotipi. E per far questo ingaggia in scena una lotta molto dura, molto faticosa, impegnativa fisicamente e psicologicamente alla stessa maniera. Da questo viaggio dentro un passato doloroso, fatto anche di uninfanzia e di un'adolescenza di violenza, Gaetano vuole tornare consapevole di sé e vuole che anche gli altri lo siano».


Aggiunge e commenta Filippo Luna: «È la terza volta che mi confronto con un testo di Rizzo e la sua parola mi è oramai familiare, sulla scena la plasmo in maniera naturale con le mie emozioni. Così come tante altre, la storia di Gaetano scatena, attraverso la memoria, un flusso di dolore inarrestabile ma alla fine cementa anche la consapevolezza che possiamo sottrarci a quel dolore soltanto prendendo coscienza di noi stessi. Amando e lasciandoci amare così per come siamo».


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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Gennaio 2023, 08:12
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