Enrico Montesano: «Il mio Rugantino antico specchio della vera Roma»

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di Giancarlo Leone
Il giovane sbruffone Rugantino che, per amore di Rosetta, finisce sul patibolo nella Roma papalina del XIX secolo torna dopo 40 anni, ancora al Teatro Sistina e sempre con Enrico Montesano, protagonista di questa maschera romana per eccellenza. Il nuovo debutto di Rugantino avverrà venerdì, con l'allestimento storico originale della premiata ditta Garinei & Giovannini, con la regia di Pietro Garinei, i costumi di Giulio Coltellacci e le musiche del Maestro Armando Trovajoli. Insieme a Montesano, sul palco Serena Autieri (Rosetta), Antonello Fassari (Mastro Titta), Edy Angelillo (Eusebia).
Montesano, che emozione prova a rifare Rugantino dopo 40 anni?
«Quando il direttore artistico del Sistina, Massimo Romeo Piparo, mi ha riproposto di fare Rugantino, non sono riuscito a dire di no. Oggi sarà un Rugantino più maturo, con una sensibilità diversa. D'altronde lo storico Anton Giulio Bragaglia nella storia del Teatro Romano sosteneva che Rugantino non deve essere né giovane, né bello e quello so' io».
Rispetto al Rugantino del 1978, cosa c'è di diverso?
«Intanto rifare Rugantino, per me è una bella sfida. E poi questo sarà un Rugantino restaurato, riportato a una freschezza originale, un vero remake come si fa per i film, spogliato da tutte quelle sedimentazioni compiute durante le altre edizioni. La roba antica ha più valore, come me. Questa maschera completa un'ideale trilogia su Roma, dopo Il Marchese del Grillo e Il conte Tacchia. Non voglio anticipare, ma sto pensando a un quarto personaggio. Se avrò la voglia e le forze per farlo».
La maschera di Rugantino rispecchia un po' il popolo romano?
«Rispecchia molti lati del popolo romano, che può essere borioso, caciarone quanto ti pare, ma è anche bonario, orgoglioso e dignitoso contro i prepotenti, i politici che approfittano di certe situazioni».
Come vede la Roma di oggi?
«Ci sarebbero da fare tante polemiche. Le cose non vanno ma i veri colpevoli chi sono? I romani o i politici che governano questa città? Io dico sempre A ridateci Petroselli. Questi politici hanno sottovalutato i tanti problemi della città. Noi romani stiamo pagando un prezzo troppo alto. In fondo la Roma di oggi somiglia un po' alla Roma di Rugantino, lui si sarebbe trovato a suo agio: c'era la monnezza di oggi, le strade erano piene di buche, le fogne non funzionavano».
C'è un messaggio che oggi darebbe Rugantino sulla Roma di oggi?
«Di amare la città e rispettarla. Ci vuole pazienza e tocca abbozza', perché a ricominciare ci vuole gran fatica. Speriamo che Roma possa usufruire di questo vento di cambiamento, perché se lo merita».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 09:03
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