Due partite, all'Ambra Jovinelli un grande cast
per raccontare le donne nel boom economico

Due partite, all'Ambra Jovinelli un grande cast ​per raccontare le donne nel boom economico

di Michela Greco
A teatro, al cinema, poi di nuovo a teatro. Due partite, il testo teatrale di Cristina Comencini che mette a confronto due generazioni di donne, celebra il decimo anniversario tornando in scena con un cast tutto nuovo.





Se nella prima messa in scena c'erano Margherita Buy, Isabella Ferrari, Valeria Milillo e Marina Massironi, a giocare nel doppio ruolo di mogli-madri-amanti negli anni '60 e delle figlie 40 anni dopo, oggi ci sono attrici più giovani: Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Giulia Bevilacqua, dirette dall'esordiente Paola Rota.



«Gli incontri di queste donne - dice la regista - sono contenitori che permettono di elaborare una serie di temi legati al femminile, dal matrimonio alla maternità, alla libertà. Già dieci anni fa il testo anticipava argomenti molto contemporanei, la differenza è che oggi alcuni di questi, come la fecondazione assistita, sono più presenti. È cambiata, poi, l'attenzione alla condizione della donna: oggi se ne parla molto di più».



Scritto, diretto e interpretato da donne, Due partite è il progetto perfetto a cui affibbiare l'etichetta al femminile, un'arma a doppio taglio: «Ci si stupisce sempre quando a essere protagoniste sono le donne – si ribella Paola Minaccioni - ma riflettiamo sul fatto che se sono quattro uomini a parlare, si dà per scontato che parlino all'umanità, se sono quattro donne si dice che parlano solo alle donne!».



Sul palco le quattro danno voce e corpo ad altrettante declinazioni del femminile: da Minaccioni, la moglie più rassegnata negli anni '60 a Guzzanti, la più insofferente alla gabbia del matrimonio borghese. «La sensazione - conclude Rota - è che negli anni '60 queste donne fossero meno libere ma anche meno sole».

Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Novembre 2015, 11:15
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